I teutonici Koroded sono attivi dal 1998, eppure in tutti questi anni non sono riusciti a sviluppare un sound personale, anzi oserei dire che non sono riusciti a sviluppare nemmeno un pizzico di originalità. Ci troviamo di fronte, in questo “The Absurd Beauty Of Being Alone”, ad una copia spudorata dei Machine Head, con il singer Jan Roder che fa il verso pari pari, senza però la stessa carica e talento, a Robb Flynn. Sia chiaro che questo disco è suonato bene e prodotto bene e ai fan del genere sicuramente donerà momenti piacevoli, me compreso, ma se proprio si debbono spendere dei soldi perché non darli ai Machine Head?
La cosa piacevole di questo disco è che pezzi come “Flatline”, “Unbreakable” o “Move On” riescono a cogliere sia il lato più melodico della band di Oakland, rappresentato da dischi come “The Burning Red” e “Supercharger”, sia il lato più heavy e tirato di dischi come “Burn My Eyes” e “Through The Ashes Of Empire”. Abbiate cura però quando vi cito tali dischi di fare le debite proporzioni, non vorrei che pensaste che ci troviamo di fronte ad un capolavoro degno del debutto della band che fu di Logan Mader.
Insomma la band non è malaccio e nei 51 minuti di questo disco è anche piacevole all’ascolto, ma temo che per spiccare il volo debbano tirare fuori personalità e idee proprie, perché così facendo resteranno sempre e solo una band clone. C’è bisogno che vi dica altro?
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