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King Bong sono attivi dal 2008, ed hanno già alle spalle alcuni lavori e concerti con Karma to Burn, Church of Misery, Stoner Kebab, Kadavar ed altri. Si tratta di un trio strumentale, di Milano, che propone una commistione di heavy doom, stoner e fortissime venature psichedeliche.
Questa volta hanno realizzato una sorta di “suite”: una sola, lunga traccia, divisa in nove movimenti sonori distinti, che narra le immaginarie avventure di un giovane Cthulhu, il mostro di Lovercraftiana memoria. Un disco che indubbiamente esprime l’atmosfera jammistica ed improvvisativa di molti decenni fa, oggi rinnovata dalle nuove generazioni dell’heavy underground.
Si alternano passaggi cupi e orrorifici, ritmiche ossessive, massicce distorsioni ed aperture acide alla Sleep, forse il maggior punto di riferimento del gruppo italiano. Pur nella sua estrema ostilità, il disco scorre senza particolari difficoltà o cadute di tensione. Casomai, la registrazione “sporca” potrebbe non entusiasmare i puristi del suono, ma è caratteristica che rientra nella visione stilistica dei King Bong. Buono.
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