L’inesauribile vena creative di Steve Overland (Wildlife, FM, Shadowman) dà vita al progetto “The Ladder” che ospita nomi prestigiosi come Vinny Burns (Dare, Ten) alla chitarra, Pete Jupp (FM) alla batteria e Bob Skeat al basso. Non pago di essersi circondato da musicisti di prim’ordine Overland affida la produzione di “Future Miracles” a Steve Morris, suo compagno d’avventura negli Shadowman e chitarrista degli Heartland. Il nome di Overland è garanzia di qualità, e quest’album lo conferma: la sua voce è più ammaliante ed in forma che mai e la qualità della musica è davvero alta. Non si tratta del classico album AOR/westcoast, ma di un lavoro che mescola sapientemente AOR anni ’80 e un sano hard rock che spesso nasce dalla formidabile chitarra di Vinny Burns.
Ed è proprio un intro di chitarra ad aprire “Like Lovers Do”, brano energico che poggia su una solida ma discreta sezione ritmica che sostiene la melodiosa voce di Overland e le sei corde di Burns, grandi protagoniste di questo Lp.
A stento si distingue la voce di Overland da quella di Michael Bolton in “Closer To Your Heart” dove, ancora una volta, spicca il lavoro di Burns che conferisce al suo assolo un po’ più di velocità, mentre il ritornello ha il grande merito di essere efficace senza avvalersi, come da copione, di cori da stadio. Puntuale arriva la ballad “Do You Love Me Enough”, sobria ma al tempo stesso delicata e impreziosita dalla toccante interpretazione del vocalist. Ancora un grande Burns ad aprire con la sua chitarra acustica “Dangerous” che guadagna velocità subito dopo il suggestivo intro ma purtroppo scade in un ritornello che suona troppo già sentito. Puro stile westcoast per la successiva “Baby Blue” mentre “Time For Changes” per le sue atmosfere psichedeliche ma soprattutto per i vocalizzi di Overland sembra uscito da un disco dell’ ex Enough Z’ Nuff Donnie Vie. Piacevole ma non eccelsa “Time For Changes”, mezzo tempo che ricorda alcuni brani di Tom Petty, seguita dalle graffianti chitarre di sapore ottantiano intervallate da interessanti riff di tastiere quasi prog di “Say It Like It Is”.
Ancora westcoast per “When Tomorrow Comes”, brano buono dal punto di vista dell’esecuzione ma di scarsa originalità, e hard rock ottantiano per l’energica “Too Bad”. La vera rivelazione di “Future Miracles” è l’eccellente lavoro di Burns che aveva dimostrato ampiamente di essere un ottimo musicista con Dare e Ten e che qui dimostra una grande versatilità interpretando ogni brano con un ottimo senso della misura. Ancora una volta Overland si conferma un eccellente vocalist e un abile manager di se stesso e dei musicisti che l’accompagnano; buona la produzione che assegna i giusti volumi ad ogni musicista e rende i suoni puliti.
Se apprezzate i passati lavori di Overland o se ancora non conoscete questo grande artista allora provate ad ascoltare questo album, non ve ne pentirete.
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