Nonostante la giovane età il palermitano Dario Grillo vanta militanze in band quali Dragon’s Breath, Squeezy Boyz e Thy Majestie con i quali ha inciso 2 album (“The Lasting Power” e “Hastings 1066”) e un ep (“Echoes Of War”). Nato come chitarrista Grillo decide di sviluppare le proprie promettenti doti canore anche grazie agli insegnamenti di Elizabeth Sabine, già mentore di Axl Rose, Dave Mustaine e altri altisonanti nomi. Ora Grillo, insieme al fratello Alessandro, batterista, ha iniziato un nuovo progetto battezzato “Platens”; ed è una fortuna che l’abbia fatto perché questo disco è un vero piacere da ascoltare! L’opener “Here I Am” sfoggia melodie neoclassiche e vocals da inchino con un ritornello “killer”, mentre in “Can Feel It”, anch’essa titolare di un chorus davvero ficcante, Grillo esibisce le sue grandissime doti di cantante e chitarrista, nonché di bassista in particolar modo nell’intro. Dopo due brani veloci è il momento della prima ballad, la dolce “Your Heart Will Claim His Truth” in cui Grillo dimostra di padroneggiare anche un cantato a toni bassi, peccato per il chorus non pienamente all’altezza, difetto egregiamente controbilanciato dalle chitarre elettriche che duettano con le tastiere e le sei corde acustiche. Attacco in stile colonna sonore di “Rocky” per l’AOR “Into The Fire” seguita da “My Reason”, power ballad toccante e maestosa alleggerita dalla chitarra classica; iper-velocità per la neoclassica “Check It Out” che sfoggia una carrellata di strumenti suonati talmente bene da far dubitare che un solo artista possa arrivare a tanto… Campane e canti gregoriani per “Angel’s Cry”, brano che spicca per le ottime tastiere ma manca di originalità e mordente, mentre la pioggia scrosciante accompagna il piano di “The Last Kiss”, ballad ispirata al film “L’Ultimo Bacio” di Gabriele Muccino. Altro momento debole per l’up-tempo “Chasm Of Madness” seguito da un altro momento toccante, “Waves Of Sea” e dall’inquietante strumentale “Between Two Horizons”, degna di un thriller/horror e carica di paths, specie nel roboante finale.
Complimenti Dario Grillo, non è facile creare un album così ben strutturato, cantato e suonato egregiamente; le composizioni sono, a parte un paio di episodi, di ottimo livello e i suoni puliti ma imponenti e non c’è davvero motivo perché “Between Two Horizons” non spopoli in Italia e all’estero.
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