Gli svizzeri
Eluveitie sono attualmente una delle figure di spicco del panorama folk metal. Sin dal 2003, anno del debutto discografico con
Vên, la band ha ottenuto punteggi altissimi nelle recensioni dei propri dischi e, man mano che l'esperienza è cresciuta e la produzione si è fatta più importante (soprattutto dopo il debutto in
Nuclear Blast), i pareri positivi non hanno fatto altro che aumentare fino ad arrivare a giudizi d'eccellenza con lo scorso
Helvetios. Il mix che ha fatto degli
Eluveitie il gruppo di riferimento per quanto riguarda la rievocazione dell'antica musica celtica è sempre stata la composizione di brani altamente evocativi, con strumenti tradizionali/folkloristici con l'aggiunta di un metal alle soglie dell'estremo (limite mai varcato). Con
Origins la formula non cambia, forse tornando in lieve maniera al sound dei primi album, soprattutto a
Slania, e probabilmente gli amanti del combo svizzero che non hanno ascoltato solamente le ultime due uscite si sono accorti di questo. Anche stavolta ci troviamo dunque di fronte a suggestive musiche che rievocano le radici, gli antichi miti e leggende celtiche, con una
Anna Murphy sempre più presente, qualche spruzzo di metal estremo con il growl di
Chrigel Glanzmann e una bella commistione di strumenti folkloristici. Fino a qui tutto normale, grande album penserete, arriverà il solito punteggione, invece no. Il disco è ben fatto, nulla da ridire sulla qualità del songwriting o sulla produzione, però siamo alle solite, potremmo dire che se gli
Eluveitie seguiranno questa strada rimarranno con lo zoccolo duro di fans a seguirli e perderanno il metallaro onnisciente? Potrebbe anche essere. La fossilizzazione è la più brutta delle fiere che si parano dinnanzi ad un gruppo di così alta capacità e fama. Il gruppo svizzero rischia di trovarsi di fronte alle tre bestie del decadimento, per ora siamo alla lonza, se alle prossime passeranno pure il leone ed la lupa saluteremo caldamente l'originalità e la finezza per ascoltare un gruppo compassato e oramai contorto su se stesso. Questo è solamente un ammonimento per una band che ha la forza di spingere ancor più di quanto fatto sino ad ora, di stupire nuovamente, probabilmente questa sarà una delle poche recensioni dove vedrete una critica a questo album, ma è indubbiamente necessaria. Per ciò che riguarda
Origins, si hanno sedici tracce dalla diversa durata ed eterogenea stilistica, alcune dove l'elemento metal prevale, altre dove il folk primeggia, altre ancora in cui gli
Eluveitie sembrano gli
Within Temptation (?!!?). Una delle canzoni più incisive è sicuramente la seconda Nameless, che viene subito dopo la canonica intro
Origins, dove l'aggressività, il ritmo, il growl e il sottofondo folk si amalgamano alla perfezione. La stessa ottima trama continua con le seguenti
From Darkness e l'evocativa e altamente folkeggiante
Celtos. Con
Virunus cominciano ad avvertirsi le prime botte d'arresto, ovvero una sottile mancanza d'originalità, quella bruttissima sensazione di già sentito che, dopo l'intermezzo
Nothing, ci scorta a
The Call of the Mountains. Qui ecco gli
Within...cioè gli
Eluveitie portare una traccia pressoché inutile e priva di ispirazione metallica, la salvezza arriva con la successiva
Sucellos con la forte carica folk e l'aggressività finalmente sdoganata. Dopo la buona ma non straordinaria Inception arriva
Vianna, dove la band svizzera ritorna col lato più melodico e in questo caso riesce sicuramente ad esprimersi meglio rispetto a
The Call of the Mountains. Il metallo ritorna con
The Silver Sister, possente e violenta death track, che cede il passo alla ottima
King, dove gli
Eluveitie fondono tutti gli elementi che li hanno portati alla
Gloria (sostantivo da adoperare con molta attenzione!).
The Day of Strife mantiene lo stile sullo stesso piano della precedente, così come
Carry the Torch che è comunque più cadenzata e melodica. Il disco viene chiuso dalla tranquilla outro
Eternity.
Al termine di
Origins c'è ben poco da dire visto l'ampio preambolo dedicatogli. Durante questo 2014 abbiamo visto alcune uscite folk di rilievo, come il nuovo
Arkona, in cui si è sentita la parte folk assottigliarsi notevolmente, il capolavoro degli
Elvenking, l'ottimo
Equilibrium, la prossima uscita dei pirateschi scozzesi
Alestorm, si aspettano inoltre gli irlandesi
Primordial (che non saranno del tutto folk, ma possono essere inseriti ovunque, data la loro eccezionalità) e gli
Eluveitie non arrivano sopra ai precedenti già pubblicati per alcune défaillance durante lo scorrere del disco. I fans ne saranno comunque entusiasti, gli amanti del folk lo apprezzeranno, forse il metallaro media resterà un po' intiepidito da questo nuovo capitolo discografico. Aspettiamo la prossima fatica e ricordiamo al gruppo svizzero che il leone dantesco è dietro l'angolo...
Video di King
Video di The Call of the Mountains