Meraviglioso.
A dispetto dei soliti 12/18 mesi a cui
Mikael Dahl ci aveva abituato tra un'uscita e l'altra dei
Crystal Eyes, questo "
Killer" giunge ben 6 anni dopo l'ottimo "
Chained" e si candida a disco più completo, energico, maturo di tutta la loro discografia che, ad onor del vero, vede nell'unico "
Vengeance Descending" del 2003 un netto calo nella qualità del loro songwriting.
Le differenze rispetto "
Chained" sono notevoli, innanzitutto la dipartita di
Soren Nico Adamsen dietro il microfono che torna appannaggio esclusivo di Mikael dopo ben undici anni, dato che l'ultimo album da lui cantato è proprio quel "
Vengeance Discending", prima che nel seguente "
Confessions of the Maker" tale compito venisse assolto dallo stratosferico
Daniel Heiman dei
Lost Horizon. Questo ha comportato un nuovo leggero ispessimento del sound, ancora più legato alla matrice classica anni '80, tra
Iron Maiden d'annata e gli
Helloween era "
Walls of Jericho", ambientazioni su cui l'altissima ed assai modulabile voce di Mikael si destreggia tra acuti impossibili e timbriche ben più profonde.
Inutile girarci attorno, per quanto abbia stimato Adamsen, il ritorno di Dahl alla voce, unito a dei brani davvero esaltanti, sono la vera marcia in più di "Killer", finalmente pubblicato da una label importante come la
Massacre che senza dubbio riuscirà a fornire alla band più visibilità che in passato.
L'apertura è da brividi, con la titletrack che ci porta indietro di venti anni e ci pare di ascoltare un giovane
Kai Hansen cantare "
Starlight" o "
Victim of Fate", mentre ancor meglio fa la maideniana sin dal principio "Warrior" tra strofe aggressive e un chorus subito memorizzabile, da cantare a piena voce. E come non citare "The Lords of Chaos" che nel suo incipit non può fare a meno di ricordarci "
Back in the Village" dei
Maiden di "
Powerslave"?
Ma i veri gioielli devono ancora arrivare, e tra gli altri ci tengo a citare fra le varie "
Forgotten Realms" e l'anthemica "
Spotlight Rebel" la meravigliosa "
Hail the Fallen", in cui Dahl fa sfoggio delle proprie abilità vocali, e quasi quasi viene da pensare che nonostante gli ottimi cantanti di cui si è dotato in questi anni il cantante perfetto per i
Crystal Eyes sia solamente lui.
Un disco dannatamente retrò, che suona attualissimo, che sprizza potenza da ogni nota, melodico ed allo stesso tempo con un impatto devastante, prodotto ottimamente: nulla fuori dall'ordinario per una band sfortunata e sottovalutata come i Crystal Eyes, che continuano a sfornare da anni album in serie che vanno dal buono all'ottimo nel silenzio e l'indifferenza generale.
Un disco immancabile per chi ama l'heavy metal. Un killer album nel vero senso della parola.