Potrebbero essere criticati per molte cose, ma sicuramente non per la loro
schiettezza … cosa vi aspettate da un gruppo che sceglie
Party Animals come “ragione sociale” e “Light a fan cool”, palese e simpaticamente sguaiato
calembour linguistico italo - inglese, come titolo per il suo
full-length di debutto?
Ebbene sì, nel primo disco dei nostri friulani non troverete elucubrazioni artistiche particolarmente complesse e “rivoluzionarie”, mentre se cercate una decina di gradevoli e scalcianti frammenti di scanzonato
rock n’ roll, di un tipo che rimanda la memoria ad AC/DC, Mötley Crüe, W.A.S.P., Aerosmith e Cinderella, sono convinto che tra questi solchi digitali troverete qualcosa capace di soddisfare le vostre primarie necessità.
Nulla di “trascendentale”, in realtà, eppure per quanto mi riguarda l’impressione fornita dal quartetto di Udine è ampiamente positiva, in virtù di una buona capacità di scrittura, di adeguate doti esecutive e di un approccio alla “materia” piuttosto viscerale e convincente, in un quadro complessivo di “credibilità” cui verosimilmente hanno contribuito le importanti esperienze già maturate dalla pur giovane
band, compreso un
mini-tour a Los Angeles, con esibizioni al Whiskey A Go Go e al Rainbow, autentici “santuari” della gloriosa scena Hollywood-
iana di riferimento.
In tale contesto spiccano la voce risoluta e decisa di Andreina (nota per la militanza nei Ravenouse), una scabra interpolazione timbrica tra Lita Ford, Sass Jordan, Chrissie Hynde e Skin, e la chitarra “essenziale” di Max, le quali, con il supporto di una sobria sezione ritmica, dimostrano di sapersi destreggiare con discreta abilità e disivoltura nei
cliché del genere, gestendo saggiamente grinta, melodia e adrenalina lungo tutto il programma, arrivando addirittura a lambire in maniera abbastanza efficace territori d’estrazione
class-metal (“A new day”, dagli accenni vagamente Vixen-
esque).
Correggere qualche imprecisione tecnica (nelle costruzioni corali, ad esempio …) e incrementare distinzione e tensione espressiva (soprattutto nei momenti meno energici … “Lace and spurs” è alquanto sintomatica in questo senso …), rappresentano le opportunità di miglioramento su cui i Party Animals dovranno concentrarsi per uscire dal “pantano” dell’
underground … non rimane che seguirli con attenzione e magari attenderli alla prova
live, per verificare se le promesse fin qui fatte saranno mantenute fino in fondo.
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