Magnum - On A Storyteller's Night

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:1985
Durata:46 min.
Etichetta:FM Records

Tracklist

  1. HOW FAR JERUSALEM
  2. JUST LIKE AN ARROW
  3. ON A STORYTELLER'S NIGHT
  4. BEFORE LAST LIGHT
  5. LES MORTS DANSANT
  6. ENDLESS LOVE
  7. TWO HEARTS
  8. STEAL YOUR HEART
  9. ALL ENGLAND'S EYES
  10. THE LAST DANCE

Line up

  • Tony Clarkin: Guitars
  • Bob Catley: Vocals
  • Wally Lowe: Bass
  • Mark Stanway: Keyboards
  • Jim Simpson: Drums

Voto medio utenti

Tra i gruppi più longevi della scena britannica figurano senza dubbio i Magnum, giunti fino a noi grazie al loro brillante hard sinfonico.
A differenza dei colleghi oltre oceano i nostri però non hanno mai ripiegato su arrangiamenti kitsch o mode da classifica, vedi cori a facile presa, come ad esempio gli Styx di Babe. Anzi, a ben sentire, i Magnum mantengono nel loro motore inebrianti aromi ancestrali appresi semmai da band come Thin Lizzy, il gusto per passaggi medievaleggianti tanto cari alle band britanniche che profumano di antiche leggende celtiche.
La origini della formazione risalgono al 1972, quando il chitarrista Tony Clarkin è a capo di un gruppo con cui suona cover nei club di Birmingham, della band fanno parte anche il cantante Bob Catley e il bassista Kex Gorin. Nel 1976, con l'ingresso in formazione del tastierista e flautista sudafricano Richard Bailey, Clarkin decide di concentrarsi sul materiale di propria produzione e con Colin 'Wally' Lowe al basso viene registrato l'album d'esordio Kingdom Of Madness del 1978.
Magnum II fa anche meglio del predecessore e si cominciano a vedere i primi germogli di quello che sarà il loro inconfondibile songwriting, anche se l'album è ancora pregno di spunti folk.
Dopo Marauder, album dal vivo, arriva nel 1982 Chase The Dragon, album della svolta, in cui si assiste alla sostituzione di Richard Bailey, passato agli Alaska, con Mark Stanway.
Segue l'interlocutorio The Eleventh Hour di un anno più tardi, per arrivare all'85 con questo On A Storyteller's Night, prodotto da Kit Woolven, famoso per i suoi servigi ai Thin Lizzy.

Just Like An Arrow con la sua melodia ficcante diventa un successo in Inghilterra e così la Polydor offre ai Magnum un nuovo contratto, molto più affidabile sotto il profilo economico. How Far Jerusalem è subito epica e solenne, con quel suono che, parzialmente, farà poi breccia nei Dare e Ten, con un riff che ti si pianta nella testa e non ti lascia più ed un coro da gotha. La title track è sublime, una canzone magica, una power ballad secondo il verbo dei Magnum.
Before First Light è prossima a Just Like An Arrow ed è più vicina al l'aor inglese di band come Grand Prix. Les Morts Dansant riprende invece le intimistiche intonazione della title track, ma Endless Love riprende a tambureggiare lungo i sentieri del l'hard rock cromato di aor, sempre sorretto da chitarre scoppiettanti.
Two Hearts è un intrigante tema elettro acustico su cui si innesta un riff irresistibile e la voce sempre perfetta del menestrello Bob Catley. Steal Your Heart è un altro singolo mancato, con quel suo incedere gioioso e pieno di enfasi.
All England's Eyes ha la struttura semplice, manco a dirlo, del l'hard inglese, ma ancora una volta assoggettata al loro particolarissimo sinfonismo. The Last Dance chiude un album senza sbavature, sulle note di un piano romantico, malinconico ed intimista.

"On A Storyteller's Night" è l'ennesimo classico degli anni ottanta, il disco della consacrazione e quello che aprirà un nuovo ciclo.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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