Bambino prodigio, Johnny già dall'età di 8 anni vince competizioni di chitarra a destra e a manca, per poi trasferirsi in età adolescenziale a Nashville, patria della musica Country, dove conosce e inizia a collaborare con leggende della musica country quali Randy Travis, Janie Fricke, Toby Keith e la leggenda Ricky Skaggs. Ben presto il suo indiscutibile talento viene riconosciuto dagli addetti ai lavori, ed è così che per Johnny arriva un contratto con la Favored Nations di Steve Vai che per la produzione del suo omonimo debut album gli mette a disposizione niente meno che Peter Collins (Rush, Queensryche, Alice Coper) come produttore.
Con questo suo debut album Johnny Hiland si guadagna un posto d'onore nel firmamento mondiale dei best guitar-heroes, perchè stiamo parlando di un album meraviglioso e di un artista dal talento eccezionale. Bisogna proprio dire che stavolta Steve Vai ci ha visto giusto e si è accaparrato un fenomeno, non a caso nell'ultimo G3 (Vai, Satriani e Malmsteen) Johnny Hiland ha fatto alcune onorevoli apparizioni. Inoltre è stato insignito dal prestigioso Guitar Institute of Technology (GIT) del grado di Special Guest Instructor.
Inoltre la band che accompagna Hiland è di notevole spessore, se consideriamo la presenza di Billy Sheehnan al basso, Pat Torpy (Mr. Big) alla batteria e Bill Holloman alle tastiere e al sax.
La prima song ("G Wiz") può sviare l'ascoltatore perchè parte con un refrain prettamente country sul quale troviamo anche un botta risposta col basso di Sheehnan. Ma è con la seconda song "In Your Face" che Hiland comincia a stupirci con l'utilizzo delle sue scale di armonici e i fraseggi graffianti su ritmi rockeggianti. "Going Home" è una pezzo di rara bellezza sul quale Hiland esegue trame chitarristiche deliziose. Il ritmo ricorda il Van Halen-style e si evince che Hiland è un chitarrista molto versatile: potrebbe suonare qualunque cosa e di qualsiasi genere con la stessa maestria.
"Truth Hurts" rispecchia il lato più delicato ed emozionale di questo spontaneo artista: un arpeggio acustico introduce una bellissima guitar-ballad sulla quale la ruvida chitarra distorta di Hiland, che sembra quasi parlare, esegue un assolo dolce e allo stesso tempo sofferto, di nuovo l'arpeggio ed ennesima svisata di Hiland che dimostra indiscutibili abilità tecniche di vibrato, string skipping e pivot. un maestro! La cosa sorprende ancora di più se si considera la stazza immensa di Hiland nonchè le sue manone e le sue dita cicciottelle... (vedere le foto sul suo sito).
Episodio Swing-Country con "Swinging The String" in cui tutta la band si sbizzarrisce in personali assoli (basso, sax, batteria), il tutto legato da un unico filone di energica allegria e di estrema preparazione tecnica.
Ancora energia e brio con "Until We Meet Again" (forse il pezzo migliore dell'album) e ancora armonici favolosi che impreziosiscono le sue cavalcate su ritmi hard-rock ancora alla Van Halen/White Lion, e ancora le sue sei corde che trasudano emozione ed energia specialmente nella parte finale dove le scale di Hiland diventano sempre più veloci giocando su una melodia orecchiabile alternando sweep e tapping.
"Song For Helen" è una perla di rara bellezza che commuove per la sua intensità e la sua malinconica melodia, a tratti ricorda i pezzi più slow di Satriani e Zaza. Talvolta la bravura di Hiland sta anche nel saper ottimamente miscelare la musica country, genere con cui è cresciuto, con l'hard-rock, come nella song "Celtic Country" in cui fughe country disegnano impossibili architetture con fughe hard'n heavy. E veniamo a "Run With It" il pezzo più duro e veloce dell'album: è una bomba di energia pura in cui Hiland ci esprime il suo talento tra frasseggi cadenzati, corde che fischiano e ululano, scale rock e blues. Da "Opus d'Funk" e "Orange Blossom Special" (davvero avvincente quest'ultima!) fuoriesce nuovamente il risvolto più country/rock/blues di Hiland.
Un ottimo esordio per Johnny Hiland, il suo talento è indiscutibile e la sua musica molto spontanea e di impatto, anche se forse le parti country alla lunga possono sembrare un po' ripetitive, ma a lui piace così. Non so se piacerà ai fanatici dello Shred perchè Johnny Hiland non è uno shredder, nè un emulatore di Malmsteen, Stump e soci, nè un metallaro, ma credetemi, coloro che amano la chitarra e le emozioni che solo le sei corde sanno dare troveranno nella musica di questo eccellente artista una degna compagna di viaggio. Sono convinto che sentiremo ancora parlare di Johnny in futuro.
Nel sito di Hiland, oltre al suo simpatico faccione, è possibile vedere una sua gig col mitico Sammy Hagar!
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