Finalmente! Era ormai da un bel po' di tempo che attendevo di ascoltare qualcosa di veramente interessante, relativamente al settore "crossover / rock alternativo", che non fossero le solite bands fotocopia nel loro uniformarsi ai dettami più classici della "MTV generation".
L'attesa è stata ripagata … si chiamano Kink e sono italiani (di Bologna, per la precisione) e la cosa non può che farmi doppiamente piacere.
Già autori di un apprezzato promo-cd d'esordio ("Voyage 34") e d'alcune performance televisive (Supersonic, Rock Tv) e oggetto d'attenzione anche a livello discografico internazionale, i Kink pubblicano questo bellissimo "Tsunami" (affascinante anche la copertina di derivazione fumettistica) per la Rising Works Records (nella sua sussidiaria Adverse Rising) di Frank Andiver, non solo, quindi, eccellente musicista (Labyrinth, Shadows of Steel, Wonderland), ma anche competente e perspicace label manager.
La musica dei bolognesi possiede, innanzi tutto, una dote molto rara, una considerevole dose d'originalità: alternative rock "da classifica", elettronica, intrusioni di new metal, il tutto colorato da una spruzzata di new wave anni '80, fanno di "Tsunami" un disco intrigante, fresco e trascinante, senza che, per descriverlo, si debbano tirare in ballo i soliti inflazionati nomi del rock mondiale.
Questo non significa che non siano abbastanza evidenti i loro riferimenti, anzi … soprattutto si possono citare i grandiosi 30 Seconds To Mars (più famosi, forse, per annoverare nelle proprie fila l'attore Jared Leto, che non per il loro straordinario valore artistico), per alcune analogie nelle strutture musicali e vocali, risalendo fino ad Orgy e Deadsy, due gruppi che hanno fatto scuola nell'uso di sonorità tecnologiche d'ispirazione electro-wave applicate al rock più aggressivo o ancora qualcosa dei Linkin Park, per la capacità di concentrare modernità e attitudine pop in un suono che appare immediatamente catchy … ma i ragazzi emiliani riescono ad ampliare e superare queste influenze con un'impronta piuttosto personale, capace di sfuggire ad ogni possibile senso d'imperante omologazione.
Dopo i campionamenti dell'intro ("Too deep"), "Words and vibes" investe l'ascoltatore con il suo impatto vicino al nu metal, che si stempera in un refrain seducente e memorizzabile, grazie all'uso accorto delle tastiere e in "Spray" il contrasto tra i due aspetti accresce ulteriormente, grazie anche alla presenza di Yuri degli Addiction Crew, ospite alle backing vocals. "High and dry" è un piccolo capolavoro d'equilibrismo sonoro nel fondere chitarre e basso pesanti a linea melodica e ritornello orecchiabili senza apparire ordinari e confermando la pertinenza del songwriting del combo italico. Il retaggio pop eighties della linea portante di "Wind mills" e le vocals di Link sempre adeguate sia quando si alzano i toni, sia quando s'attenuano, fanno diventare questo brano un ulteriore highlight del disco, mentre la valenza mainstream di "Gone", potrebbe dire qualcosa d'importante a livello di riscontri commerciali e lo stesso discorso è riferibile alla stupenda "Noradrenaline", con le sue vocals filtrate e una melodia che "spacca" ed a "Overtaken" ancora una volta piuttosto buona nella costruzione vocale ed armonica. In "My case" (con Mana dei Folder) compare qualche richiamo al groove hip-hop dei Limp Bizkit, dinamismo e stacchi melodici contrassegnano la bella "Through me out" e non male è anche la versione di "You spin me round (like a record)" cover dei Dead or Alive.
"Nothing's real" è un ottimo brano lento che mi ha ricordato un po' certe atmosfere adottate dalle parti di Duran Duran & C. e con i samples che introducono la mirabile "Once", in cui il singer impartisce un altro saggio delle sue notevoli capacità interpretative, si è arrivati alla fine di questi 51 minuti di stimolante musica.
Mutuando quanto dichiarato nella loro biografia "… un disco emozionante ed attualissimo che si allinea al sound moderno di bands come Lost Prophets, Linkin Park, Hoobastank, The Rasmus …", non posso che avvalorare la bravura dei Kink, che per quanto mi riguarda, riescono molto spesso a non avere nulla da invidiare agli hit-makers appena citati e a dimostrarsi praticamente pronti per la conquista del mercato "che conta". Come dicevo … Finalmente!
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