Copertina 5,5

Info

Anno di uscita:2014
Durata:68 min.
Etichetta:Candlelight Records

Tracklist

  1. I HOLD DOMINION
  2. 2053
  3. I HUNT FOR THE WEAK
  4. AUTONOMOUS
  5. BLEED THIS BODY CLEAN
  6. DEATH DEFIANT
  7. SENTINELS
  8. PASSENGER
  9. IRONCLAD
  10. DEMIGOD DOCTRINE
  11. THE CHAOS REIGN
  12. WITNESS
  13. VEIL PT. 1
  14. VEIL PT. 2

Line up

  • Michael Pitman: Drums
  • Richard Thomson: Vocals
  • Christopher Clark: Bass
  • Conor McGouran: Guitars

Voto medio utenti

Partiamo da dove eravamo rimasti. Ovvero dal l’ultima frase della recensione “II” ad opera del validissimo Andrea Gandy Perlini: “Auguro agli inglesi di trovare il loro equilibrio con il prossimo "III", così da raggiungere quella sufficienza dalla quale ora sono così lontani”
Son passati tre anni dall’uscita di “II” e indubbiamente i britannici qualche timido passo in avanti lo hanno fatto.
“III” non stravolge la carriera degli Xerath, segue le stesse coordinate dei precedenti lavori mixando prog, orchestrazioni e chitarre pesanti, e a questo giro l’impressione è che la produzione sia decisamente più equilibrata, in particolare i suoni sono tirati a lustro e curati così che l’ascoltatore possa sentire al meglio ogni singola nota emessa dal quartetto..
Se prima potevano sembrare dei parenti lontani dei Meshuggah a cui piacciono i Dream Theater con l’orchestrina…ora sembrano ancora dei parenti lontani dei Meshuggah a cui piacciono i Dream Theater con l’orchestrina!
Che siano capaci a suonare i propri strumenti non ne dubita nessuno, peccato che quando si passa all’architettura della canzone si continuano ad intestardire con l’uso/abuso delle ritmiche sincopate come se fossero le uniche a loro note.
Le stesse rendono sì il muro sonoro più corposo e solido, ma allo stesso tempo impastano, rimescolano e rallentano l’ascolto.
Giunti a metà album il senso di asfissia (termine che va inteso negativamente) è qualcosa di fisico, come un prurito alla base del collo, la voglia di cambiare canzone pressante ogni secondo che passa. Ma soprattutto è la voglia di cambiare disco e mettere nel lettore qualcosa di più veloce ed effervescente a farsi strada in maniera energica e maleducata.
La sola “Veil” (suite divisa in due parti di cui la seconda strumentale) porta un senso di freschezza in “III”. La band abbandona per un attimo la veste più pesante ed ibrida e si lascia andare in una danza in cui è la componente progressive a prendere il sopravvento.
Probabilmente siamo noi in redazione a non capire la proposta degli Xerath (due su due fa riflettere), ma prima di passare alla cassa consiglio caldamente un ascolto.

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 16 set 2014 alle 14:37

Eh Oracle purtroppo dipende da quello che ci mandano le etichette e da quello che riusciamo comunque a procurarci, per conoscenze o suggerimenti o altro..credimi, ne avrei fatto volentieri a meno anch'io di recensire quella merda di "II" :)

Inserito il 16 set 2014 alle 12:16

Mi domando perchè invece di recensire tutti gli album interessanti appartenenti allo stesso genere usciti già da qualche mese (vedesi in primis l'ultimo degli Age of Artemis) si dedica ampio spazio a gruppi di una mediocrità sconcertante come gli Xerath....

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