Copertina 8

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2014
Durata:42 min.
Etichetta:Metal Blade Records

Tracklist

  1. DIGITAL DREAM SEQUENCE
  2. STAB WOUNDS
  3. FROM THE EARTH TO THE MOON
  4. HYSTERIA
  5. THE JUNGLE

Line up

  • Dan Briggs: bass
  • Walter Fancourt: sax, flute
  • Matt Lynch: drums, electronics

Voto medio utenti

Non è facile approcciare un disco che presenta l'etichetta "Jazz" stampata sull'ipotetica fronte, tanto più se arriva da Metal Blade. Anche in redazione ha strappato sorrisi e sarcasmo: "Siamo un giornale metal, che c'entra il Jazz?".

Beh c'entra eccome, se come i Trioscapes riuscite a mixare il suddetto genere con soluzioni tipicamente prog e fusion, sulla falsariga di quanto presentato nel corso degli anni da artisti quali King Crimson, Pink Floyd e Spiral Architect.
Proprio questi ultimi sono, assieme agli inglesi To-Mera, la band che più mi ha ricordato questi Trioscapes, trio (ma dai?) formatosi nel 2011 grazie agli sforzi del bassista dei Between the Buried and Me, Dan Briggs, il quale contatta il sassofonista e flautista Walter Fancourt e il batterista Matt Lynch per creare qualcosa di unico nel panorama metal mondiale.
Sforzi che hanno portato all'uscita del primo album "Separate Realities" nel 2012, al quale fa seguito diretto il quipresente "Digital Dream Sequence", titolo che richiama inevitabilmente alla mente i lavori di Arjen Lucassen con gli Ayreon.
Questo secondo lavoro risulta molto più coeso rispetto all'esordio, mostrando un evidente miglioramento a livello puramente alchemico da parte dei tre membri, che nei 5 brani che formano il disco riescono a riversare tonnellate di idee e di soluzioni brillanti e mai noiose o inutilmente prolisse.
Se siete pigri e non volete godervi i Trioscapes per 42 minuti, prendete il più corto dei pezzi che formano il disco, "Stab Wounds", ascoltatelo attentamente e avrete un'idea più che precisa di cosa vi aspetta nei restanti 38 minuti. Se neanche così vi ha convinto passate pure oltre, al contrario avrete per le mani un piccolo gioiello di prog moderno, suonato in maniera pazzesca da tre strumentisti di livello assoluto.

Consigliato agli amanti del prog, ai batteristi, ai bassisti, ai sassofonisti e a tutti coloro ai quali il desiderio di essere rapiti in un strano sogno ha sfiorato la testa almeno una volta nella vita.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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