Dopo un esordio fulminante come “Self conditioned, self limited”, i
Deathrage tornano due anni dopo con il successivo “Down in the depth of sickness”. La scena metal in quegli anni era in pieno fermento, il thrash non se la passava benissimo, e il death metal stava prepotentemente esplodendo, insieme a contaminazioni di ogni tipo, quindi non penso sia un caso che anche i milanesi decisero di spostare leggermente le coordinate della loro proposta verso sonorità più cupe, complice anche il cambio di singer, che ha visto Alex “Nico” Nicolini sostituire il cantante originale Mauro Tonon, anche se solo momentaneamente. Come per l’album precedente, la Punishment 18 Records ha deciso di ristampare questo disco, e anche questa volta non mancano le bonus track, ben sette, di cui parleremo più in là.
Dicevamo del cambio di sonorità, e in effetti fin dalla opener “Nobody was here” si intuisce qualcosa, anche se le componenti thrash e hardcore rimangono sempre preponderanti. Purtroppo, oltre al cambiamento di coordinate, si capisce fin dalle prime note anche qualche altra cosa, e cioè che per questo nuovo lavoro la band non è assolutamente ispirata come invece lo era per il primo. I brani appaiono confusionari, come se i membri stessi del gruppo non avessero ben chiaro in mente cosa volessero comporre. Riff poco pungenti, ritmi spezzati e registrazione impastata non aiutano certo l’ascoltatore, che oggi come allora, si trova disorientato. E di sicuro il singer Nico finisce di peggiorare la cosa, visto che il suo timbro è assolutamente anonimo e poco convincente se paragonato a quello del suo predecessore. Insomma, un mezzo passo falso, che, complice le critiche della stampa specializzata dell’epoca, e l’esiguo numero di concerti che la band riuscì a suonare, per lo più al nord Italia, fece prendere ai nostri la decisione, peraltro mai ufficializzata formalmente, di sciogliere i Deathrage. Stando alla bio presente sul sito del gruppo, da allora nessuno dei componenti ha mai più avuto contatti con gli altri, il che la dice lunga su un’eventuale reunion, come qualcuno ha ventilato.
Prima di chiudere, due parole sulle sette bonus track, che provengono dalla seconda demo tape, ultima release ufficiale del gruppo. In questi brani emerge tutto il lato goliardico della band, basta dare un’occhiata ai titoli: “Pane, salame e maionese”, “Fate la nanna coscine di pollo”. Stilisticamente oltre a segnalare il ritorno di Mauro dietro il microfono, si nota anche un marcato ritorno al thrash più puro, sporcato solo, come sempre, da influenze punk/hardcore. I brani potevano essere un buon biglietto da visita per un ipotetico terzo album, che, purtroppo, non è mai arrivato, e che poteva essere, a tutti gli effetti, il vero successore di “Self conditioned, self limited”. Sfortunatamente non è andata così e, come in tantissimi altri casi qui in Italia all’epoca, la band ha mollato tutto. Ma questa è un’altra storia…
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