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Meshuggah sono un emblema del metal estremo, uno dei gruppi più rivoluzionari degli ultimi vent'anni, un concentrato di potenza e tecnica, di raffinatezza e granitica devastazione sonora, autori di una commistione musicale senza precedenti, fondatori di quello che oggi viene chiamato 'djent'. Il quintetto di Umeå appartiene all'eccellenza, plasmatore di opere metalliche dall'incalcolabile valore, da
'Destroy Erase Improve' a
'Nothing', passando per
'ObZen' e arrivando sino all'ultimo incommensurabile
'Koloss'. Per celebrare il quarto di secolo di carriera i
Meshuggah hanno deciso di regalare ai fans questo nuovo live
'The Ophidian Trek', che contiene alcuni dei pezzi più importanti nella discografia del gruppo svedese e fondamentali per la recente storia della nostra musica. Un viaggio complesso, articolato in più parti, attraverso l'intricata espressione musicale e l'universo olistico meshuggiano, inaugurato da
'Swarmer', pullulante di sinistri rumori di insetti in uno scorrere vitale che scorta all'ossessiva
'Swarm', traccia proveniente dall'immenso colosso da poco partorito. Primi due brani che fungono da preparazione mistica, abbinata ad una predisposizione all'infezione mentale, preventivamente necessarie all'ascolto di una qualsiasi delle opere dei
Meshuggah. Ecco dunque defluire la violenta
'Combustion', la cerebralmente martellante
'Rational Gaze', l'elaborata
'Obzen' marcata da un ricercato intreccio fra chitarre e basso. Un paradosso temporale che esplora le tre più vicine fatiche della band svedese, uno spazio riservato alla perdita della concezione umana e spaziotemporale che ha per suo culmine la manifestazione di
'I Am Colossus', closing track del primo disco, e l'immensa
'Demiurge', irresistibile canto sirenaico per gli adoratori meshuggiani, rasentante la perfezione.
'The Ophidian Trek' si concede pure, verso la fine, una lunga digressione a
'Catch Thirtythree', prima di spegnersi lentamente con la quieta
'The Last Vigil'. Una parola: imprescindibile.
"Dancers To A Discordant System"
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