E meno male che questo disco arriva in redazione qualche mese dopo la dipartita (non fisica eh!) del nostro ex
Emiliano Verrecchia che aveva curato la recensione dell'ultimo cd inedito dei tedeschi
Deadlock, ovvero "
The Arsonist"
che potete leggere qui.
Ebbene sì, poichè questa sorta di compilation con parte di brani inediti e parte di brani vecchi riarrangiati o riregistrati porta il nome, modernizzato, dell'unico disco che lui apprezzava, ovvero il primissimo "
The Arrival", quando nel 2002 erano ancora una valida formazione dedita ad un classico death metal melodico di stampo scandinavo.
La pietra dello scandalo sta nella figura della bella
Sabine che inesorabilmente, disco dopo disco, ha sempre più emarginato il fondatore e growler
Johannes Prem (oggi addirittura fuori dalla band!) stagliandosi come unico motivo della musica dei
Deadlock, ovvero quello del 99% delle band metalcore di oggi: attendere che le orride o inutili strofe in growl finiscano e lanciarsi nell'ascolto del melodicissimo ritornello, qui ovviamente cantato in clean da Sabine che personalmente invece apprezzo moltissimo.
"
Wolves" del 2007 a mio avviso è stato il top della loro carriera, che non sono riusciti a bissare nè col deludente "
Manifesto" nè col pur decente "
Bizarro World", principalmente per il fatto che i brani sembravano divisi in due con l'accetta, la componente estrema (fatta piuttosto male) e di punto in bianco l'angelico intervento di Sabine, poco personale e banalotto.
Questo "
The Re-Arrival", di cui ci è stato fornito solo il CD1 (ma nel CD2 ci sono solo inutili demo tracks) è buono o per chi voglia farsi un'idea generica della band tedesca, sebbene il mio consiglio sia quello di prendere "Wolves" e basta, oppure per i fan già acquisiti della band, curiosi di ascoltare come hanno saputo trasformare e risuonare i vecchi brani del passato.
Quello che ho fatto io con la vecchia "
We All Shall Bleed", loro capolavoro e cavallo di battaglia, quando ancora nei momenti estremi sembrava di ascoltare i vecchissimi
Dark Tranquillity ed
In Flames e non la mediocrità odierna metalcoriana a-là
Heaven Shall Burn: onestamente le differenze sono appena tangibili e così nel resto del primo cd...
Prendiamo "
The Re-Arrival" come una sorta di best-of, sebbene a livello di ri-registrazioni o nuovi arrangiamenti si poteva osare MOLTO di più anzichè riproporre delle versioni quasi identiche alle originali.
Sperando che ormai i
Deadlock si siano convinti che di estremo non hanno più nulla e si dedichino completamente a qualcosa di estremamente commerciale, tipo
Evanescence, Lacuna Coil e compagnia cantante, che mi sa che attualmente gli riuscirebbe parecchio meglio.
Mentre mi accingo a chiudere questa recensione mi giunge in diretta la notizia della morte di
Tobias Graf, loro batterista di sempre, dalla fondazione fino a pochi mesi fa, a causa di un brutto male.
Riposa in pace Tobias.
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