Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2014
Durata:39 min.
Etichetta:BlackTeamMedia

Tracklist

  1. THE PLAGUE OF THE USED MASSES
  2. IN THE ABYSS OF MADNESS
  3. GEHENNA UPON HIS FEET
  4. CIVILIZATION DIES
  5. BY THE ALLEY OF SILENCE
  6. THE PICTURE OF DEFORMED BODIES
  7. IN THE DESERT OF DEMENTIA
  8. HUMAN IN PSYCHOSIS RELENTLESS
  9. TILL THE END OF HIS DAYS
  10. LUCIFERION (TOWER COVER)

Line up

  • Kamil "Grochu" Grochowski: guitars, vocals
  • Konrad "Kula" Kulesza: guitars
  • Artur Miarka: bass
  • Aneta "Darklady" Pawtel: keyboards
  • Przemysław "Bocian" Bednarczyk: drums

Voto medio utenti

Gli Hyperial procedono imperturbabili nella lorio avanzata sotto le insegne di un Death Metal tanto brutale quanto affilato e marziale.

Le fondamenta di "Blood and Dust" poggiano, infatti, sulle solide espressioni di gruppi come Meshuggah, Rotting Christ, Nile o Vader, ma nell'intenso uso delle keyboards e dei vari effetti (come quelli spaziali e cibernetici di "Gehenna upon His Feet" o "Till the End of His Days") riproporrei anche i Nocturnus. Tuttavia quando gli Hyperial decidono di inserire una cover, nel caso la conclusiva "Luciferion", vanno poi a omaggiare una poco conosciuta Death Metal band polacca che incise un paio di album nella seconda metà degli anni '90.

Su "Blood and Dust" ritroviamo il cantato aggressivo e straziante di Grochu, ben assecondato nel suo assalto frontale dal resto del gruppo, soprattutto nei synth da Aneta, anche se non manca un pizzico di disappunto nei confronti del suono sin troppo meccanico della batteria. Non che questo freni l'impatto del disco, un lavoro che come il precedente lascia ben poco spazio alla melodia (al più qualche qualche passaggio di chitarra qua e là, come nel caso di "The Picture of Deformed Bodies"). Infatti, a dispetto del suo titolo, "By the Alley of Silence" si rivela una discreta mazzata sui denti, uno dei momenti meglio riusciti del disco, dove anche le influenze Black trovano il loro spazio. Tuttavia, se proprio volete spezzarvi il collo, il consiglio è di rivolgersi a un pezzo come "In The Desert of Dementia".

E' passato un po' di tempo dal precedente "Industry", ma gli ingranaggi degli Hyperial sono stati certamente bel oliati e le loro lame accuratamente affilate.
Così ora possono tranquillamente - ok... si fa per dire - continuare a far del male.




Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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