Sbucata apparentemente dal nulla, questa band umbra ha in realtà una storia che ha inizio nel 2009 come side project dei
Fleshgod Apocalypse e che, attraverso cambi di formazione e avvicendamenti, arriva oggi al debutto su Unique Leader.
Obedience è un lavoro di technical death metal davvero curato sotto tutti i punti di vista, dalla registrazione effettuata ai Sonic Hammer Studios, al mixing opera del guru
Stefano Morabito, passando per l'aspetto visivo impreziosito dall'artwork di
Colin Marks. Il disco è un concept album i cui testi condannano e si scagliano contro la chiesa e le situazioni in cui questa ha sparso sangue e commesso crimini per espandere il proprio potere e controllo. Questo spiega uno dei marchi di fabbrica dei
Bloodtruth, ovvero l'inserimento di canti gregoriani all'interno dei pezzi, che fanno calare l'ascoltatore in un clima "sacro", giusto il tempo necessario per essere storditi di nuovo dalla brutalità dissacrante (è proprio il caso di dirlo) in cui i
Bloodtruth sono specializzati.
Il drumming è davvero velocissimo e molto tecnico e
Giacomo Torti ci butta dentro un sacco di filler sui tom e sui piatti mentre l'efficace chitarra di
Stefano macina riff a ripetizione, incastrati con assoli taglienti che si alternano a brevi parti rallentate e maggiormente oscure. Il lavoro di basso è leggermente coperto dalla botta di suono ma risale spesso in superficie con notevoli numeri d'alta scuola (tipo arpeggi in sweep), ed anche il ruggito di
Luigi è adeguato e semina rabbia e odio lungo tutto il lavoro. Un disco suonato benissimo e con tutti gli elementi al posto giusto, formalmente perfetto che, però, pecca di originalità. C'è un forte rischio che i pur bravi
Bloodtruth vadano ad impantanarsi tra le dozzine e dozzine di band che propongono un brutal technical death ormai standardizzato e sarebbe davvero un peccato.
Sfruttando meglio l'idea dei canti gregoriani (invece di inserirli solamente all'inizio di
Coerced to Serve,
Summoning The Eretics e brevemente lungo un altro paio di brani), integrandoli più efficacemente con il resto della musica e prevedendo magari qualche parte rallentata, potrebbero creare una proposta ancora più allettante. Non me ne vogliano per queste piccole critiche, si parla comunque di un buon disco, ma è normale che ci si perfezioni col tempo e
Obedience, come esordio, è un signor biglietto da visita.
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