Recensire un nuovo lavoro dei Dark Tranquillity può sembrare una cosa molto facile, ma in realtà non lo è. Trovare le parole, ad ogni uscita, per tentare di dare un'indicazione di quanto contenuto sul supporto ottico senza ripetersi è quasi un'impresa. Certo potrei dire semplicemente "ecco il nuovo dei Dark Tranquillity, bello, come gli altri", ma non mi sembra corretto. Gli Swedish Gods DT hanno un proprio trademark, una propria via musicale ben definita, ma in ogni album c'è sempre un qualcosa che lo rende unico e diverso nella propria similitudine a tutti gli altri lavori... lasciata la Storia al mini di apertura 'Lost To Apathy EP' del mese scorso, ora arriva il piatto forte, ovvero 'Character', nuova maestosa opera di Melodic Death Metal. Già, siamo alle solite (vedi sopra). Banale a dirsi, ma la nuova fatica di Stanne e soci è semplicemente un qualcosa che va oltre al concetto stesso di Swedish Heavy Metal, in quanto queste nuove 11 tracce sono l'essenza stessa dell'evoluzione di un genere altrimenti pronto al tracollo (quante bands sono nate negli anni '90 e quante sono riuscite ad arrivare fino ad oggi?). 'Character' è l'autocelebrazione musicale dei 14 anni di vita dei Dark Tranquillity. Nulla è fuori posto, anzi, tutti gli ingredienti classici del marchio di fabbrica DT sono ampiamente presenti e sviluppati in questi 48 minuti di assoluta grandezza. Prendete 'The Gallery', 'The Mind's I', 'Haven' e 'Damage Done', con una spruzzata di 'Projector' ed otterrete 'Character', un album lavorato e sviluppato sul concetto base dell'intreccio del guitar riffing, della ruvidità e graniticità del sound, in cui la densità sonica (forse mai come ora la quadratura del cerchio keyboards/up tempo/Heavy Metal/compressione di songwriting è stata così unita e fusa) raggiunge livelli di assoluta grandezza, pomposità ed epicità. Sempre nel rispetto delle caratteristiche standard della passata New Wave Of Swedish Heavy Metal, ovviamente. Un esempio di quanto scritto finora è rappresentato dall'opener 'The New Build'... ed il primo pensiero che affiorerà sarà più o meno questo: "ehi, ma i Dark Tranquillity sono ancora in grado di pestare così forte? Era dai tempi di 'The Gallery' che non facevano una cosa del genere!". E la seguente 'Through Smudged Lenses' rincara la dose. 'Out Of Nothing', pur mantenendo ancora alta la tensione sposta le coordinate più sulla corrente HM dei DT, giocando molto di più sull'epicità e lasciando molto più spazio alle keyboards e ad arrangiamenti più complessi, per poi lasciare il posto alla pomposità ed al puro Metallo di 'The Endless Feed', dal mood mid tempo e dai riflessi oscuri. 'Lost To Apathy' tributa a 'Projector' tutta la propria stima, mentre 'Mind Matters' rigioca con un songwriting lavorato e con atmosfere, ancora una volta, epiche. 'One Through' pianta a fondo l'acceleratore trascinando attraverso circoli di pogo e di headbanging (in versione live questo pezzo sarà sicuramente una bomba), prima di respirare su un delizioso break, per poi ripiombare nella propria graniticità, 'Dry Run' rappresenta forse la song più introversa e drammatica del lotto, in cui le keyboards delineano la strada ove la voce di Stanne, sempre growl e mai pulita, riesce ad esprimere tutta la propria sofferenza. 'Am I 1?', pur rimanendo una gran bella song, è forse quella che paga maggior dazio rispetto all'altissima qualità fino ad ora espressa da 'Character', ma poi 'Senses Tied' si riappropria della mattonella da piazzare sull'acceleratore, spingendo in maniera Old School. La chiusura del platter è in grande stile, con 'My Negation', una traccia ruvida ma al contempo molto melodica in cui la classe dei DT brilla in tutto il suo splendore. Sicuramente potrete leggere tante recensioni su 'Character' e siete liberi di pensare quello che volete (e ci mancherebbe altro! - nds), ma i Dark Tranquillity sono ancora qua con un album fantastico, che per alcuni sarà solo una fotocopia di quanto già fatto, ma per il sottoscritto è l'album più bello, lavorato, sentito e fiero dai tempi di 'The Gallery'. 'Projector' permettendo. Da avere e da consumare fino alla nausea.
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