Voglia di un ritorno alla semplicità? Alle cose buone di una volta?
Oddio, detta così sembra uno spot del Mulino Bianco, però è proprio l'essenzialità, l'elemento a cui puntano i
Deathronation. Il loro death metal non ha nulla che spartire con l'iper tecnicismo dilagante e le produzioni plasticose, questi quattro zozzi tedesconi sono rimasti alla fine degli anni '80 o all'inizio degli anni '90, quando gli ingredienti erano pochi e genuini e vogliono ricreare oggi quell'ambiente così puro ed allo stesso tempo malsano, all'interno di questo loro debutto.
Hallow the Dead è vecchio stampo anche nella struttura, con i suoi otto pezzi per una durata di 40 minuti scarsi, nessun riempitivo, nessuna introduzione, come si faceva... no basta, poi pensate che ci siano dentro anche le sorpresine.
Le uniche sorprese sono i pezzi, suonati con grinta e passione, che rappresentano un ideale punto d'incontro tra scuola americana e quella svedese. Da una parte finiamo così per notare marcate influenze
Obituary, primi
Death, Possessed, Autopsy, dall'altra quella di
Grave, Unleashed e
Dismember. I pezzi sono ben costruiti, con brevi parti grooveggianti che sfiorano il doom, ad interrompere la corsa, ad inframezzare brani che vogliono essere sì diretti ma non ignoranti del tutto. La prova di un songwriting riuscito ci viene data subito dall'opener
Deathchant Assyria che, in oltre 7 minuti, riesce ad essere potente, varia, marcia e convincere fino in fondo, senza cali di tensione. Ho molto apprezzato il velo di nero pessimismo ed il mood sinistro di pezzi come
Church of Salvation e
Realm of Shadows, canzoni ricolme di intensa putredine che arrivano al dunque conservando una incredibile energia.
Rimanendo in ambito tedesco, i
Deathronation non sono neri e soffocanti come i bravissimi
Necros Christos, non sono all'altezza dei grandi
Fleshcrawl ma, assieme ai
Revel in Flesh e qualche altra band, sono una manna per i vecchi desthster che non possono che gioire per queste band così sincere che mettono da parte l'originalità per dare sfogo alla passione e suonare col cuore, gonfio di odio, un genere per pochi ma buoni.
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