Copertina 6

Info

Anno di uscita:2014
Durata:25 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. MASS & VOLUME
  2. RED TAR

Line up

  • Scott Hull: Guitars
  • J.R. Hayes: Vocals
  • Blake Harrison: Noise, Samples
  • Brian Harvey: Drums

Voto medio utenti

Ho sempre stimato gli americani Pig Destroyer, una band capace di creare un sound riconoscibile e di spessore all’interno di una scena oltranzista come quella grindcore.
E’ anche vero però che nel corso degli anni la band della Virginia han sempre più sensibilmente variato “gli ingredienti della zuppa” aprendosi a schemi propri del death, thrash e persino doom senza rinnegare la propria matrice.
Le due canzoni in questione furono registrate durante gli ultimi giorni di sessione di “The phantom limb” e furono rese disponibili nel 2013 solo tramite Bandcamp. I proventi della vendita di “Mass & Volume” vennero donati poi a Pat Egan, membro della famiglia Relapse prematuramente scomparso e i proventi della vendita furono destinati al fondo per il college della figlia.
A distanza di poco più di un anno la Relapse ha però deciso di stampare fisicamente l’ep in questione (ovviamente serie limitata…) “accontentando” coloro che non si vogliono possedere la versione informatica.
Prima di passare ad un commento più specifico delle due canzoni in oggetto, mi preme sottolineare che l’acquisto di “Mass & Volume” è destinato esclusivamente ai die hard fan, coloro che, nel bene e nel male, vogliono tutto della propria band favorita o che acquistano per collezionismo.
“Mass & Volume” è una canzone di quasi 20 minuti costituita da lunghissime note dissonanti concatenate fra loro che saltuariamente sfociano in pesanti plettrate doomeggianti.
Non ci siamo proprio.
Con la successiva “Red tar” si cambia completamente registro, tanto che sembra essere uscita dalla penna degli Eyehategod più incazzati. Riff lenti e gracchianti di buona fattura ci conducono per mano attraverso un climax molto opprimente.
Bersaglio colpito.
Se già siete fan dei Pig Destroyer un pensiero a “Mass & Volume” potreste anche farlo, se invece volete avvicinarvi per la prima volta alla proposta musicale del quintetto americano, consiglio fortemente l’ascolto dei lavori usciti fra 2004 e 2008.

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