Non conoscevo i
Red Eleven prima di prendere in mano l'onere di questa recensione, quindi da bravo studente mi sono andato ad ascoltare qualcosa del loro precedente album,
"Idiot Factory", recensito su queste pagine dal buon Koru. Mi sono fatto un'idea, ho messo su questo nuovo disco e..pam, l'idea che mi ero fatto a riguardo è risultata perfettamente calzante anche qui.
Perchè? Semplicemente perchè "
Round II", secondo (ma va?) disco dei finlandesi, presenta gli stessi caratteri di imprevedibilità e "macedonia musicale" del suo predecessore.
Chessò, prendete gli Alter Bridge e fateli menare forte dai Faith No More, poi fate intervenire i Soundgarden a fare da paciere e gli Stone Sour a sistemare la situazione. Il tutto con un paio di gruppi prog a caso a guardare divertiti da lontano.
Tutto chiaro?
Manco per sogno immagino. E infatti "Round II" è uno di quei dischi che non vanno raccontati ma semplicemente ascoltati, perchè descrivere in maniera precisa un pout-pourri tale di influenze musicali è davvero complicato e potenzialmente controproducente, dato che potrebbe limitare eccessivamente la vostra visione di un disco davvero meritevole.
Potrei dirvi che in più di un'occasione il modo di cantare di
Tony Kaikkonen ricorda quello dell'enorme Mike Patton, potrei aggiungere che "
Tomorrow's Path" ha una base di basso spettacolare e qualche accenno di growl, potrei anche raccontarvi di quanto "
Last Night" peschi a piene mani dalle uscite della seconda band di Corey Taylor mentre ""
The Turning Point" sia quasi sfacciatamente Alter Bridge..potrei, ma significherebbe davvero poco nella totalità di un disco che presenta sfumature diverse dietro ogni angolo.
Attenzione, ho detto sfumature e non scopiazzature: il bello dei Red Eleven infatti è che, nonostante le ispirazioni siano così tante e di così alto livello, l'originalità non viene mai a mancare, grazie ad un songwriting che riesce a mantenersi maturo e fresco, pur nella sua complessità e poliedricità.
Insomma, se non si fosse capito a me "
Round II" è piaciuto parecchio, perchè in un periodo nel quale per qualcuno "il rock è morto" ascoltare un album del genere fa pensare che forse quel qualcuno si sbaglia di grosso, nonostante si porti dietro un nome pesante.
Red Eleven promossi, Gene Simmons bocciato. Spazio al nuovo che avanza.
Quoth the Raven, Nevermore..
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?