Chris Benso, un nome che alla maggior parte di voi non dirà nulla ma per chi è all'interno del panorama estremo nazionale significa determinazione, perseveranza, qualità.
Chris ha cominciato a suonare death metal in Italia nel 1989 quando, nemmeno sedicenne, ha fondato i
Mind Snare (allora chiamati
Satan's Slaughter) e dopo una sfilza di demo è finalmente riuscito a portare il suo brutal death su un full lenght, pubblicato da una piccola etichetta malese dalla breve vita. Altri due eccellenti capitoli sono succeduti a
Hateful Attitude, la band è rimasta in attività fino al 2006, anno in cui l'EP
Black CristalmSun sembrava aver messo fine alla loro storia.
Succede, a volte, che le storie abbiano un bel finale ed ecco che, inaspettatamente, i
Mind Snare tornano sulle scene e, a distanza di quasi 10 anni, dimostrino una grinta da far tremare i polsi. Il nuovo
Ancient Cults Supremacy sembra arrivare direttamente dagli anni '90, con quella produzione volutamente (?) un po' impastata e caotica, con quel suono imparentato con
Monstrosity, Deicide, Brutality, Cannibal Corpse e, naturalmente,
Napalm Death dalla cui canzone su
Harmony Corruption la band ha preso il nome. Tutto questo male riesce a rendere davvero felici, perché la musica è sincera, la senti tutta, i riff ti entrano nelle vene, la cattiveria è palpabile. La bordata d'assalto che i piemontesi sono capaci di creare è pari all'humus putrido in cui riescono ad immergerti. Il loro sound, infatti, è privo di finezze (nonostante l'ottima tecnica), come a dire "siamo qui, siamo questo, beccatevi un pugno in faccia" e con questo fine, i 26 minuti del disco bastano e avanzano, così, tra mid tempo spezzati da accelerazioni (parecchi) e brani veloci, dilanianti, mortali come
Draining Faith oppure
Decadent Bearer of All Diseases (da paura), l'effetto disintegrante è assicurato. C'è giusto qualche momento di stanca, come su Smugled in the Underworld, brano che con uno stacco o uno sprint improvviso sarebbe decollato, ma glielo perdoniamo. Accanto al coriaceo
Chris, fa piacere veder ancora seduto dietro le pelli
Sergio Pavinato, drummer di assoluta esperienza e comprovata abilità, già nel gruppo nel 2005, mentre i nuovi innesti,
Fabio al basso e
Derek alla voce sono per noi degli sconosciuti, svolgono però il proprio compito in modo solido e pazienza se il suono del basso è un po' sommerso.
Cosa porta di nuovo un uscita come questa? Nulla, sarebbe stupido pretendere evoluzioni in un ambiente come quello del brutal death, c'è solo da gioire per brani grossi, pesanti, violenti che colpiscono e distruggono.
I
Mind Snare, a dispetto di capacità assolute ed ottimi album, non hanno raccolto quanto avrebbero meritato. A parte un manipolo di appassionati dell'underground, questa band se la sono filata in pochi, terribile errore a cui oggi potete riparare, non perdete l'occasione per (ri)scoprirli, non hanno nulla da invidiare a formazioni blasonate. 25 anni di passione, giù il cappello.
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