Sulle nostre pagine ho già avuto modo di occuparmi dei
Morta Skuld in occasione della ristampa dei primi due demo della band da parte della Relapse nel 2011, lavoro destinato ovviamente agli aficionados del genere e a coloro che hanno apprezzato le acrobazie dei Nostri a metà degli anni 90.
A quanto sembra la release è andata ben oltre la riesumazione del passato più remoto del gruppo statunitense, ma ha fatto tornare voglia a due dei membri originari – Jason Helleman al basso e Dave Gregor chitarra/vocals – di ripartire col vecchio monicker.
Reclutati per l’occasione un nuovo batterista, Eric House (ex Jungle Rot) e un secondo chitarrista, Craig Nienas (ex Midian), i neo-riformati Morta Skuld non hanno perso ulteriore tempo e si sono messi al lavoro componendo il materiale confluito nell’ep che ho fra le mani.
Il contenuto di “Serving of two masters” – per nostra fortuna - vede un ritorno deciso a sonorità death metal old school strutturato su midtempo che fanno da solida base all’andamento della canzone.
Avete in mente i Massacre di “From beyond”? Con le dovute proporzioni, anzi obbligatorie perché stiamo parlando di un album seminale del nostro genere, i Morta Skuld ne ricalcano gli stilemi.
Il risultato è un cinque pezzi altamente godibile, fluido, e di buon livello nonostante una registrazione troppo low-fi (va bene suonare old school ma i suoni son importanti) e alcune soluzioni della batteria che mi sono sembrate troppo semplicistiche e frettolose.
Peccati veniali che comunque non rovinano le buone sensazioni trasmesse dall’ascolto di “Serving two masters” e che invitano all’ottimismo per il prossimo futuro.
Come si suol dire “se son rose, fioriranno”.
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