L'arte oggigiorno rappresenta sempre più qualcosa di etereo e complicato da interpretare. Spesso non capita ma ricevuta dalle masse come sorta di slogan iconico del presente, l'arte moderna, od addirittura post-moderna, è astratta, difficile non solo da apprezzare ma soprattutto da accettare. Se nel versante visivo di questa corrente la maggior parte delle persone si limita a guardar e passar oltre, dal lato sonoro estrapolare il significato di correnti musicali inedite è ancor più arduo, facendo nella maggior parte dei casi cader nel dimenticatoio proposte valide e intimamente innovative.
Ciò che i
Kernel Generation propongono di fare alla nostra musica potrebbe sembrare persino offensivo, annoverando fra le loro ispirazioni dei immortali del metallo come Metallica, Megadeth, Slayer, Death, Dream Theater, O.S.I., Mastodon, Porcupine Tree, fondendoli assieme ed estraendone un qualcosa di ibrido, un ammasso indefinito di suoni che di primo acchito sembrerebbe non aver forma, ma che in realtà potrebbe esplodere in qualcosa di straordinario. Perché il condizionale? Il motivo della scelta è dettato dall'ancora stato non definitivo dell'opera del duo cuneese, formato da
Paolo Luciano (chitarra, basso, synth & programmazioni, voce) e
Mariano Sanna (batteria), che si presenta con un EP dal titolo
"Human Awakening". Se la sola proposta musicale potrà sembrarvi strana, non si possono lasciare innominati i testi che contribuiscono in maniera fondamentale alla riuscita dell'opera dei
Kernel Generation. Un intruglio tra lo sci-fi, il filosofico ed il metafisico sta alla base delle lyrics, incentrate sull'esoterico, sulla cosmologia, sulle tematiche ambientali e sociali, arrivando all'Apocalisse sdoganante di una nuova presa di coscienza dell'intera umanità.
Uno dei problemi principali di questa uscita dei
Kernel Generation è proprio quello di incontrare il recensore giusto, perché quello sbagliato potrebbe scambiare un'opera d'arte per un attaccapanni (fatto che purtroppo accade spesso). Qui si è di fronte ad una interessante possibile nuova frontiera del Metal, un misto che racchiude tutte le ispirazioni summenzionate e ne aggiunge altre di differenti. Nei cinque brani contenuti nell'EP se ne trovano ben tre strumentali, ed è proprio uno di questi a calare l'ascoltatore nell'atmosfera di
"Human Awakening", ovvero
"Cosmogenesis". Simboleggiante la creazione dell'universo dei
Kernel Generation, affascina ed avvolge fra le proprie braccia l'ignaro spettatore, che viene trascinato nell'oscuro infinito elaborato dal duo di musicisti, sbocciando in
"Age of Acquarius", un pezzo che risplende di un riff prepotente e dotato di una ritmica accattivante. Il viaggio prosegue in maniera ascendente, anche per la durata dei pezzi che continua dilatarsi durante lo scorrere dell'album. L'ascensione che va di pari passo con l'ossessione contenuta nell'elettronica di
"Welcome To Decadence", che scorta alla successiva
"Harbringers Of Doom". Un songwriting sempre più elaborato, colmo di effetti, mai esagerato, da cui emerge per la prima volta nell'EP la voce di Paolo, non sforzata e che potrebbe sicuramente essere impiegata un una band old thrash oriented. L'extended play si chiude con la title-track, sinfonica e lirica, questa volta in apertura quasi ai limiti del power, anche se altre mille influenze potrebbero essere elencate. Il sound è monolitico, granitico, angoscioso ma affascinante, tutto questo è
"Human Awakening".
Le premesse per un successo in questo caso ci sono tutte, ma il giudizio avverrà nel 2015 con l'uscita del full-length...restiamo in attesa.