Quasi a sorpresa, quando nemmeno ci pensavo più, ecco che torna a farsi sentire una delle formazioni storiche della scena Heavy Metal italiana.
Tra il MLP "Gunfire" e "Thunder of War" erano dovuti trascorrere quasi vent'anni, ma per dare alla stampe un nuovo album i
Gunfire si sono limitati a una pausa di un decennio: praticamente la metà del tempo, ma pur sempre troppo.
Di "Thunder of War" avevo apprezzato la scelta di non perdere contatto con la vena epica e ottantiana del loro orgoglioso passato, ora "Age of Supremacy" si fa apprezzare per opzioni più audaci che guardano a un sound che - come scopriremo - ha un taglio meno epico ma al contempo maggiormente affilato e attuale, aperto al Classic Metal e talvolta
vagamente teutonico. E se scelte
all'apparenza così differenti raccolgono gli stessi risultati e apprezzamenti, è inevitabile riconoscere che i Gunfire, al di là dei tempi biblici tra un lavoro e l'altro, abbiano dalla loro tanta - ma proprio tanta - qualità e sostanza.
Assieme al frontman storico del gruppo anconetano, l'inconfondibile Roberto "Drake" Borrelli, dal precedente album ritroviamo il chitarrista Luca Calò e il batterista Marco Bianchella, mentre si aggiungono alla
comitiva il chitarrista Marcello Lammoglia e Michele Mengoni al basso.
Un'altra novità è legata alla scelta dei Gunfire di dare vita ad un concept album che ruota su quello che potrebbe essere il futuro dell'umanità dopo aver lasciato la Terra. E senza voler entrare troppo nei dettagli e togliere così il gusto della scoperta a coloro che si avvicineranno a "Age of Supremacy", rivolgo lo stesso approccio alle singole canzoni, limitandomi a un rapidissimo excursus nell'ora abbondante che i Gunfire si sono ritagliati per l'occasione.
Si parte, infatti, dall'inevitabile (ma ne siamo proprio sicuri?) intro per passare poi sia a brani più veloci e diretti, ben rappresentati da "War Extreme" e "The Wizard", o quelli cromati di "The City of Light" e "The Hammer of God", sia a composizioni fortemente articolate e composite come le lunghe "Voices from a Distant Sun" e "Exodus", il tutto frutto di un songwriting che, nel suo complesso, è l'espressione tanto dell'eclettismo quanto della classe e dell'attitudine al Metal proprie dei Gunfire.
Una varietà che è sicuramente il
fiore all'occhiello di questa realtà, che oggi si conferma in grado di raccogliere il testimone dal proprio passato per portarlo nel futuro... magari sino a Heron e a Mossh.
Listen close what is this, not bird or plane
Could it be the review fucking with your brain
All it takes just one touch over one, two, three
With a flick of a switch turn on... Metal.it
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