Irlanda: terra magica, terra di profumi e sapori, colori e emozioni forti, magia e illusionismo, prestidiribirigizzazione. Da sempre la mia seconda patria, da questo 2014 ancor di più. E no, i
Vile Regression non c'entrano niente con tutto questo.
Non c'entrano niente ma va detto che questo "
Empires", secondo demo di 23 minuti della band di Dublino, è uno di quei dischetti destinati a lasciare un segno tangibile. Quanto tangibile, sarà solo il tempo a dirlo.
I Vile Regression, a differenza di quanto scritto da qualche parte, NON fanno Progressive. Oddio, qualche spruzzatina di prog qua e là la possiamo anche individuare, qualche cambio di tempo messo lì a dare senso a quell'etichetta, ma è davvero poca roba in mezzo a un death/thrash furioso e davvero ben suonato, in particolare grazie all'abilità della chitarra del secondo dei fratelli
Christie, fondatori della band nel 2010.
5 brani tiratissimi (gli altri due sono intermezzi strumentali moscissimi che, onestamente, hanno ben poco senso dentro un platter del genere), 5 bordate degne di far rizzare i capelli ad alcuni grandi del genere. La voce di
Padraig Corke non sarà il massimo della tecnica ma è incisiva e incazzata al punto giusto, ma in generale la prestazione dei 5 (ora 4) musicisti è davvero superlativa.
Perla del disco è senza dubbio la conclusiva "
The Empyrean Divide", brano dal netto retrogusto Nevermoriano, soprattutto nelle chitarre, che ben riassume le abilità e le intenzioni del combo irlandese.
Ne sentiremo parlare, questo è poco ma sicuro. Etichette interessate a del buon death/thrash tecnico fatevi sotto, perchè coi
Vile Regression c'è senza dubbio dell'ottimo materiale con cui lavorare e "
Empires", ne sono certo, è solo il primo passo di una lunga e fruttuosa carriera.
Quoth the Raven, Nevermore..
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