Per chi non lo conoscesse,
Bjorn Riis è il chitarrista di quella meravigliosa prog rock band norvegese a nome
Airbag. Innamorato di David Gilmour e del Pink Floyd sound al punto da gestire personalmente un sito-tributo (
http://www.gilmourish.com/), Bjorn approfitta dell'anno sabbatico preso dalla band madre, per dare alle stampe il suo primo lavoro solista. E, come forse potrete immaginare da soli, "
Lullabies in a Car Crash" paga il suo tributo d'amore al chitarrista britannico.
Sei tracce senza soluzione di continuità, per un viaggio sonoro di 51 minuti e spicci che vi porterà dalle parti di "The Final Cut", ma con una predilezione per atmosfere ancora più rarefatte, quasi a cavallo con le lunghe e melliflue suggestioni di "Atom Heart Mother". Anche nei testi, Bjorn parla di difficili rapporti con i genitori, ché sembra di leggere versi di Waters. Ma, ovviamente, dobbiamo fare i dovuti paragoni, ed ovviamente dovrete accostarvi a "Lullabies..." sapendo che questo NON è un album al livello dei capolavori succitati, per quanto ci assomigli in maniera impressionante. Anche nel sound e nel timbro vocale, Bjorn sembra il clone di David, ma prendete la mia affermazione con la giusta dose di distacco: un clone NON è l'originale, sebbene questa volta l'album sia piacevole, onirico, floydiano abbestia e registrato e prodotto davvero con gusto. Un bel viaggio, se avrete voglia di farlo.
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