Ve li ricordate gli
Unitopia? Io sì, ed il combo prog rock australiano sapeva suggerirmi scenari musicali davvero piacevoli, molto ispirati alla world music, pur rimanendo in ambito prog rock.
Oggi, la band ha deciso di cambiare pelle, e di trasformarsi in questa
United Progressive Fraternity, una sorta di 'comune' della musica, a cui chiunque lo desideri può apportare il suo personale contributo. Ed infatti in questo debut intitolato "
Fall in Love with The World", troviamo tra gli altri anche
Jon Anderson e
Steve Hackett, che lasciano traccia del loro passaggio.
Musicalmente, il quadro è cambiato di pochissimo: prog rock raffinato, venato di fusion, molto rifinito soprattutto in fase di arrangiamento. Sin dall'"
Overture" iniziale, veniamo introdotti in questo mondo colorato e delicato, che con la successiva "
Choices" inizia a definirsi. "
Intersection" e "
Travelling Man" sono forse i due episodi più muscolosi del lotto, ma sono le partiture più delicate e ragionate ad offrire, secondo me, il lato più delicato e piacevole degli UPF. Brani socialmente impegnati come "
Don't turn Back", una sorprendente title track, danno al progetto le dimensioni di un grande laboratorio non solo musicale, ma anche umano, dove i testi sono un veicolo per esprimenre sentimenti di gioia e di fratellanza, per l'appunto.
Molto piacevoli da ascoltare, grazie anche ai frequenti inserti di fiati e archi, gli UPF sono un'interessante alternativa alla 'solita' musica che il mercato ultimamente ci propina. Meritano davvero un ascolto.
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