Sembra che questo gruppo abbia scelto il proprio nome ispirandosi ad un lavoro dei nostri Ufomammut, ma le somiglianze si limitano alla pesantezza ed ermeticità della musica proposta.
Infatti gli svedesi
Snailking sono un trio di sludge-doom statico e monolitico strutturato in lunghi brani torvi e massicci, guidati da un basso profondo, rimbombante, e dal chitarrismo sferragliante di Pontus Ottosson.
Poche le variazioni all’interno degli episodi, perché la band preferisce creare un ambiente ossessivo e claustrofobico, denso come colate di lava e cupo come la tempesta evocata dal titolo dell’album. Incontriamo strofe cavernose alternate a clean-vocals, ma anche gli apporti vocali sono giocati più o meno sullo stesso registro.
Ne consegue che una certa monotonia si fa strada col passare dei minuti e quando arriva l’intimidatoria “Requiem”, oltre un quarto d’ora di tenebra asfissiante, occorre essere degli sludgers oltranzisti per proseguire fino in fondo.
Ennesima formazione che si pone in un filone dove le soluzioni stilistiche risultano troppo limitate, per farsi largo senza una vera identità personale.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?