Capita che ci siano album in grado di insegnare storia meglio di qualsiasi libro.
Frontiers ci regala praticamente un’enciclopedia intera andando a rispolverare materiale live dei
Whitesnake risalente alla preistoria, per celebrare i 30 anni di vita di
Slide It In, album seminale per l’hard rock tutto.
Scordatevi la prepotenza degli “ultimi” live della band, scordatevi i suoni di chitarra che sgretolano i muri, perché qui c’è solo quanto di più ruspante e puro si poteva produrre su un palco nei primi anni ’80. D’altra parte, lo stesso Coverdale, in sede di presentazione di questa uscita, ha chiarito che si tratta di una precisa scelta musicale, nonostante le possibilità offerte oggi dalla tecnologia, il lasciare intatto quel sapore polveroso e analogico che traspare da ogni nota.
La line-up, manco a dirlo, è clamorosa:
Cozy Powell alla batteria, il lord del basso
Neil Murray e il mai troppo compreso genio della sei corde
John Sykes. Come se non bastasse, all’interno del disco troviamo un omaggio a
Jon Lord, con la riproposizione delle ultime esibizioni del compianto mago delle tastiere al fianco dei Whitesnake.
Senza voto, perché è ovvio che si tratta di qualcosa per collezionisti, anche perché sono disponibili diverse edizioni con DVD, materiale bonus e tante altre chicche. Io me lo acchiappo e lo metto laddove il sacro fuoco del rock non si spegne mai: sulla mia mensolina carica di dischi.
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