Puta merda! Questi bastardos incappucciati iniziano a fare male davvero!
Avevo lasciato gli
Amassado al primo album (
Coracao Enterrado) che era sì quasi discreto ma ancora molto dipendente da sonorità care ai
Nailbmb, Asesino, Brujeria e compagnia, e non mi ero curato dell'EP
Escravidao Subliminal.
Vengo oggi sorpreso dalla bontà di questo
Infancia Armada, giunto solo ora nelle mie mani ad una anno dalla sua uscita ma che merita sicuramente qualche parola. La formazione italo/brasiliana è cresciuta molto ed ha aggiunto al suo gindcore parecchie sfumature che rendono fresco e più personale il nuovo capitolo. Sto parlando di leggeri inserti industrial che stanno benissimo nel loro assalto (e le 2/3 perone che forse mi leggono, magari sanno quanto io sia intollerante verso l'elettronica) e si fondono alla perfezione con il grind, l'hardcore e la base thrash-death di fine anni '80/inizio '90.
In 33 minuti non abbiamo solo pezzi veloci, anzi, parecchio groove panteriano spunta dai solchi e si unisce agli
Entombed di
Wolverine Blues (e relativi chitarroni motosega) e ad un riffing che deve parecchio a
Max Cavalera e
Dino Cazares. Non parlo di copiare ma di essere ispirati e rileggere in modo personale un suono che ben conosciamo. Ogni brano ha la sua identità, talvolta è predominante il buonissimo lavoro del drummer, supportato da un basso non in primo piano ma essenziale per la resa sonora, in altri casi sono le chitarre svettano, senza mai impantanarsi in melodie.
Ecco, fare un buon disco senza melodie e non essere ripetitivo con il proprio assalto spregiudicato, è un ottimo risultato. Il contorno, come sempre, lo fanno i testi in lingua portoghese, pregni di rabbia e malessere, eruttati dal growl di
Suron Caspàr con la giusta cattiveria.
Formazione da temere anche per narcotrafficanti sudamericani.
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