Copertina 7

Info

Anno di uscita:2014
Durata:61 min.
Etichetta:PMS Studio

Tracklist

  1. WELCOME TO THE CITY OF DEATH
  2. THE GHOST OF YOU
  3. THE GREAT DIVIDE
  4. SOMETHING MISSING
  5. WINGS OF FIRE
  6. ONE YEAR OF MY LIFE
  7. TAKE YOUR TIME (AND TRY TO BE HAPPY)
  8. LONELINESS
  9. I WANT YOU TO KNOW
  10. AFRAID (OF LOVING YOU)
  11. EYES OF THE RAINBOW
  12. CAN YOU HEAR ME
  13. YOUR SPELL

Line up

  • Marco ‘Holygold’ Massari: vocals, guitars
  • Lorenzo Salietti: bass, backing vocals
  • Filippo Fioravanti: drums
  • Raffaele Montanari: keyboards
  • Luca Flavi: sax
  • Cristiana Mallegni: backing vocals
  • Diana Ciatlaus: special guest on vocals

Voto medio utenti

Bel passo in avanti per Marco Massari, in arte Holygold, e per i suoi sodali.
Se il precedente “Wounded memories” aveva lasciato l’immagine di un “gruppo” capace di emozionare, ma un po’ sfocato nella sua esposizione musicale, questo “The great divide” definisce assai meglio l’intera questione artistica.
Arrangiamenti maggiormente curati, melodie che si arricchiscono e si caricano di raffinatezza e intensità, e poi s’intersecano con la poesia malinconica e cupa, sebbene non priva di una qualche forma di speranza, di un cantautore sicuramente ispirato e creativo, che attinge a piene mani dalla storia del rock (Radiohead, Springsteen, Velvet Underground, Cave, Bowie, Fields Of The Nephilim, REM, Screaming Trees …) dimostrando di saper plasmare una mole di suggestioni così ampia e varia, traformandola in un’esplorazione sensoriale profonda e carismatica.
Ancora una volta non si tratta di un prodotto d’istantanea assimilazione (nonostante momenti abbastanza “immediati” come “The ghost of you” e la grintosa title-track, con i loro bagliori dark-wave, o come la spigliata “Wings of fire”) e tuttavia sono certo che già dopo un paio di ascolti gli estimatori del genere entreranno in sintonia con l’universo fosco e inquieto evocato da Massari, piuttosto abile, con la sua voce da crooner ombroso e viscerale, a fungere da cicerone in questo viaggio che, qualora intrapreso con la giusta predisposizione mentale e spirituale, sa essere alquanto fascinoso e coinvolgente.
Probabilmente si poteva fare ancora di più sotto il profilo “concisione” e focalizzazione, e ciononostante le scosse emotive prodotte da “Welcome to the city of death”, “Something missing”, “Take your time (and try to be happy)”, “Loneliness”, “Afraid (of loving you)”, “Can you hear me” e “Your spell” rappresentano l’infallibile “cartina al tornasole” di una forza espressiva di notevole livello, impossibile da trascurare.
Complimenti agli Holygold, dunque, dai quali, ormai, si attende solo la realizzazione di un disco “definitivo” … ci auguriamo sia il prossimo.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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