Ogni tanto capita di imbattersi in album e band di cui non sai assolutamente nulla - e da cui non ti aspetti assolutamente nulla – che riescono a calamitare l’attenzione fin dalle prime note che fuoriescono dalle casse.
Album che pur non essendo innovativi o strabilianti sono espressione di un underground dal cuore vivo e pulsante.
Rientrano in questa casistica i Bastard Son, band proveniente da Peterborough - Canada, che ha appena dato alle stampe il loro secondo lavoro sulla lunga distanza intitolato “Devils mask”, un disco contenente sette canzoni di marcissimo death metal old school con lo sguardo rivolto a califfi che rispondono al nome di Morbid Angel, Autopsy, Massacre e, in generale, a tutto quel death metal americano caratterizzato da riff claustrofobici e dalle sonorità grasse e pastose.
Un piccolo gioiello di malvagità che coniuga felicemente brutalità e tecnica (valga come esempio l’opener “The worm” in cui sono presenti gli elementi caratterizzanti dei sette brani del cd) , che non si limita all’effetto nostalgia come spesso abbiamo visto frequentando questi lidi, ma affonda la lama sempre più a fondo ascolto dopo ascolto, canzone dopo canzone.
“Devils mask” è un anacronismo che funziona, che merita di essere ascoltato e goduto pienamente da chi ancora oggi si riconosce nello spirito del death metal di un tempo, spirito che non ha nessuna intenzione di andare in pensione o di trovare occupazione in un laboratorio di sperimentazione.
Come si suol dire, a buon intenditor…
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