Devo ammettere che, nonostante il numero degli anni durante i quali ho potuto apprezzare un genere così violento come il death metal sia oramai abbondantemente in doppia cifra, riesco tuttora a stupirmi di fronte a lavori quali il qui osannato "Livid Corruption". I Natron rappresentano efficacemente molti gruppi italiani che, a prezzo di grossi sforzi, riescono a portare avanti una loro proposta musicale che può essere più o meno originale ma quasi sempre incredibilmente valida, a fronte di centinaia di gruppi fotocopia provenienti dall'estero che, a fronte di distribuzioni e tour promozionali in tutta Europa, mostrano spesso preoccupanti limiti di ispirazione e di identità. Il loro ultimo lavoro si muove su territori essenzialmente violenti, in un caleidoscopio spezzettato dove devastanti stacchi brutali vengono continuamente lacerati e fatti a pezzi da intromissioni schizofreniche e terremotanti: lo si può definire una sorta di "Whisper Supremacy" dei Cryptopsy in salsa pugliese, se vi va. Le concessioni alla pura melodia sono centellinate e ridotte all'osso, ad eccezione di un intermezzo acustico comunque molto evocativo, mentre ciò che contribuisce ad elevare ulteriormente la qualità del disco è la perizia tecnica dei musicisti, assolutamente di primo piano. Lasciatevi quindi travolgere senza remore dagli ispiratissimi riffs intarsiati in "Livid", dal terrorismo sonoro scatenato in "One Step To Murder" o dai brucianti stacchi in doppia cassa e dai magistrali stacchi in tempo dispari di "Hatemonger". Cos'altro aggiungere? "Livid Corruption": un acquisto obbligato.
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