Onestamente non avevo mai sentito parlare degli australiani Segression prima che mi venisse assegnato “Painted in blood”; una rapida ricerca e scopro sorprendentemente che gli Aussie hanno alle spalle una carriera rispettabile fra studio e esibizioni live, queste ultime in compagnia di acts affermatissimi quali Fear Factory, Slipknot, Ozzy, Machine Head e Pantera.
“Painted in blood” è il secondo album dal ritorno sulle scene dal 2011 e ci offre quasi un’ora di musica completamente debitrice ai Pantera di cui ricalcano gli schemi in maniera quasi ossessiva senza possederne, mi sembra superfluo sottolinearlo, la prorompente forza innovativa.
Il combo australiano mette molto impegno nel creare un muro sonoro compatto e tagliente, il singer Chris Rand ringhia ferocemente da dietro il microfono da cantante consumato però, alla fine, “Painted in blood” non trasmette emozioni.
Probabilmente la “colpa” è del sottoscritto che ha già assaggiato questa minestra fin da quando è comparsa sul mercato discografico e ha visto negli anni proliferare band per sporazione, ma nonostante un ascolto attento non riesco a trovare quell’elemento, quello spunto geniale che mi dovrebbe permettere di ricordare ciò che ho ascoltato una volta premuto il tasto stop del lettore.
Se poi siete amanti delle sonorità che terminano in “core”, potete dare una chance ai Segression; in caso contrario potete volgere l’attenzione altrove.
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