"Solo lo stolto non cambia mai idea".E siccome non mi ritengo uno stolto, capita spesso che io cambi idea sulle cose, sui gusti, sulle persone. Filosofia spiccia a parte, capita anche che un disco mi piaccia tantissimo al primo impatto, poi però con lo scorrere delle settimane e dei mesi lo stesso mi venga a noia o comunque perda un pochino di valore.
Il perchè di questo cappello introduttivo al limite del filosofico è presto detto: il precedente disco dei
Neonfly,
"Outshine the Sun", mi era piaciuto tanto.
Troppo.
A distanza di tempo, continuo ad apprezzarlo ma obiettivamente mi rendo conto che era un disco bello ma non eccezionale, al quale probabilmente oggi darei un pur onestissimo 7 ma non molto di più.
E' quindi con parecchia attenzione a non scottarmi che mi sono avvicinato al nuovo disco dei giovani inglesi, "
Strangers in Paradise", ed è per lo stesso motivo che mi sono preso del tempo per valutarlo con una certa dose di obiettività.
Il risultato? Ecco, stavolta non mi sbaglio e difficilmente cambierò idea: questo secondo lavoro dei Neonfly E' un disco eccellente, per tutta una serie di motivi. Prima di tutto è molto più maturo, figlio di una crescita naturale, dettaglio riscontrabile soprattutto nella varietà e allo stesso tempo dell'omogeneità dei pezzi proposti. Se l'esordio era a tratti un'accozzaglia poco definita di power e AOR melodico, questo sophomore album è molto più coerente nella sua direzione, avendo abilmente limato le differenze nette di genere e abbattuto qualunque confine.
Ottima è anche la prestazione del vocalist
Willy Norton, cresciuto esponenzialmente rispetto al passato e ormai caratteristico nella sua voce cristallina e potente.
I Neonfly dimostrano la loro maturità funzionando anche quando calano i giri del motore: "
Rose in Bloom" è una ballad toccante, tipica, mentre "
Falling Star" è un mid-tempo strepitoso, un crescendo continuo fino al magnetico chorus. Aggiungiamoci anche la strumentale "
Aztec Gold", molto "videoludica" e potenzialmente adatta a un Final Fantasy qualunque, tanto per completare una lista di brani davvero notevoli.
Stavolta non mi sbaglio: "
Strangers in Paradise" dei
Neonfly è un album ottimo, non eccezionale ma solidissimo, decisamente superiore ad un esordio che col passare dei mesi è inevitabilmente calato, causa difetti naturali figli dell'inesperienza. Consigliatissimo a tutti gli amanti del buon power ma anche a quelli dell'AOR, che potrebbero rimanere stupiti dagli inglesini.
Quoth the Raven, Nevermore..