Copertina 8,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2015
Durata:47 min.
Etichetta:Limb Music GmbH

Tracklist

  1. THE DEPARTURE: BLOW AWAY THE ASHES
  2. THE JESTER: OVER THE CLOUDS
  3. THE SENTENCED: FIRE AND BLOOD
  4. LADY THIEF: WHAT WE ARE
  5. THE HERMIT: THROUGH THE MIRROR
  6. THE WAY BACK: THE CLASH WITHIN
  7. THE TRUE BEGINNING: STANDING AS ONE
  8. SPUNTA LA LUNA DAL MONTE (TAZENDA&P.BERTOLI COVER)
  9. RUN RUNAWAY (SLADE COVER)

Line up

  • Michele Gasparri: guitars
  • Dario Vallesi: vocals
  • Francesco Caprina: guitars
  • Francesco Saverio Ferraro: bass
  • Efisio Pregio: drums

Voto medio utenti

Fare un disco epocale è qualcosa di difficilissimo, un traguardo che davvero poche band sono riuscite a fare nella storia. Ma anche fare un disco eccellente non è poi così facile, soprattutto se il risultato lo si ottiene nei primi anni di carriera. La parte più difficile però è, a mio parere, riuscire a confermarsi DOPO aver dato alla luce quel disco eccellente.

Non tutti ci riescono, un po' per il cosiddetto "sedersi sugli allori", un po' per l'esaurirsi della vena aurea che ha creato il capolavoro, un po' perchè il tempo e il successo rischiano di logorare i rapporti tra i membri della band..i motivi possono essere davvero molteplici.
I Vexillum, dopo quel piccolo gioiello chiamato "The Bivouac", che qualche anno fa mi fece gridare al miracolo e tutt'ora mi regala grandi soddisfazioni all'ascolto, sono quindi chiamati a confermare quanto di ottimo fatto col disco precedente, un disco che contribuì a riportare in auge un folk/power vero, non fatto di tastierine e peppereppè, troppo spesso lasciato ai margini delle recenti produzioni di gruppi più blasonati.
"Unum", terzo disco della discografia della band pisana, parte almeno per il sottoscritto con un carico non indifferente di aspettative, soprattutto dopo che gli Elvenking, una delle band a cui i Vexillum devono di più dal punto di vista del retaggio musicale, hanno sfornato lo scorso anno il miglior disco della loro carriera.
Aspettative che vengono senza dubbio confermate dall'opener "The Departure: Blow Away the Ashes", che ci restituisce una band in formissima, decisamente più pulita in fatto di struttura della canzone e forte di una produzione importante, decisamente più riuscita di quella del precedente disco, unica pecca di un lavoro altrimenti perfetto. E quest'opener ci introduce nella storia di un ragazzino senza nome, il quale decide, dopo un discorso con il padre, di andare in giro per il mondo alla ricerca dei 4 Guardiani, gli unici in grado di riportare la pace e l'ordine in un mondo sconvolto dalla malvagità e dal caos. Una storia sentita e risentita migliaia di volte, un concept stra-abusato ma che comunque risulta sempre piacevole da affrontare nell'ascolto di un album del genere. Il brano mette in risalto la bellissima voce di Dario Vallesi, in forma come non mai sia nelle strofe sia nell'epico ritornello, ben accompagnato dai cori e da una sezione ritmica con il solito Efisio Pregio sugli scudi.
Fin da subito il sentore di forti richiami agli Avantasia si è fatto pressante, in senso assolutamente positivo, fattore che viene confermato anche con la seguente "The Jester: Over the Clouds", scanzonata e trascinante in puro stile Sammetiano, dove il nostro protagonista fa la conoscenza con il giullare interpretato da Chris Bay dei Freedom Call, la cui voce ben si sposa con quella di Dario, in un duetto allegrotto e che spinge l'album verso l'Elisio.
Elisio che viene sfiorato, se non toccato, con "The Sentenced: Fire and Blood", ovvero il brano che tutti quanti voi avete cercato, invano, nel nuovo disco dei Blind Guardian. La presenza di Hansi Kursch, nei panni di un condannato a morte, sicuramente aiuta e non poco a bardizzare il brano in questione, che si reggerebbe tranquillamente in piedi anche senza il suo aiuto ma che, indubbiamente, raggiunge vette altrimenti inaffrontabili grazie all'apporto dell'inconfondibile ugola del vocalist di Meerbusch. Un brano davvero splendido, forse il migliore di "Unum", che gioca parecchio sulle differenze vocali tra Vallesi e Kursch in un binomio azzeccatissimo. Un ritornello un pelino meno dal sapore di "bridge" avrebbe forse contribuito a rendere il brano perfetto, ma si parla di dettagli dato che anche così risulta a dir poco splendido.
Vi siete stancati delle voci maschili? Il nostro ragazzo incontra anche un'affascinante donzella nel suo peregrinare, peccato si tratti di una ladruncola: Maxi Nil, già Lady Flame su "The Bivouac", fa dono della sua presenza su "The Thief: What We Are", altro brano eccellente e che permette ai Vexillum di inanellare il quarto successo su quattro.
No, scusate, fate pure cinque su cinque: la ladra, pentita delle sue azioni, si unisce al giovane nel suo viaggio e insieme arrivano a bussare alla casa dell'Eremita, interpretato dal neo Labyrinth Mark Boals. Cinque su cinque perchè anche "The Hermit: Through the Mirror",inizialmente il brano più soft e folkeggiante del lotto, mantiene l'asticella altissima, senza dubbio sui livelli del precedente disco (sì, il paragone continuo purtroppo è quantomai necessario). Dall'Eremita il giovane apprende di essere lui l'ultimo Guardiano e, spinto dalla voglia di cambiare il mondo, torna nella piazza dove ha fatto la conoscenza del Giullare per parlare alla folla.
Tutto perfetto quindi? Ecco..ni. Perchè "The Way Back: the Clash Within" e, in minor quantità, la conclusiva "The True Beginning: Standing as One" non riescono a reggere l'urto dell'eccellenza che li precede, perdendo un po' il passo e non spiccando particolarmente: il primo ha un ritornello davvero bruttino, con un coro pacchiano e che fatico a trovare ben collocato all'interno del brano, mentre la traccia conclusiva del concept, pur nella sua innegabile bontà, paga un po' lo scotto delle tracce con più protagonisti e tende a perdere la propria identità.
Per fortuna a rialzare ancora a livelli assoluti il disco arrivano le due tracce bonus: la prima è "Spunta la Luna dal Monte", cover dei Tazenda e Pierangelo Bertoli, ri-arrangiata in chiave folk e interpretata in maniera eccellente sia da Dario sia dal resto della band, in una prestazione che senza dubbio ha strappato un sorriso e un applauso al buon Pierangelo, anche da lassù; la seconda è la conclusiva "Run Runaway", successo ottantiano degli Slade anche qui interpretato à-la-Vexillum, ridanciana e "da party".

In conclusione "Unum" riesce a reggere senza troppi problemi l'urto della "celebrità", non riuscendo a raggiungere la quasi perfezione del disco precedente ma confermando i Vexillum come una delle più belle realtà italiane in ambito power e, almeno per il sottoscritto, annichilendo nel confronto temporale e stilistico l'ultimo lavoro dei ben più famosi bardi di Krefeld.

Quoth the Raven, Nevermore..
Recensione a cura di Andrea Gandy Perlini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 21 feb 2015 alle 10:54

Al di là di quale sia la canzone migliore, al di là del fatto che "The Bivouac" sia forse più bello... questo è un gran disco! E ringrazio i Vexillum per avermi regalato con "The Sentenced: Fire and Blood" la più bella canzone dei Blind Guardian da parecchi anni a questa parte! ;-) E inoltre, altro plauso per il tributo a Pierangelo Bertoli a ai Tazenda: nel proporre una cover di "Spunta la Luna da monte" hanno dimostrato classe, sensibiltà e cultura musicale!

Inserito il 19 feb 2015 alle 09:44

...piccola aggiunta: l'inizio di The Way Back rimanda forse fin troppo alla scena de "Lo Hobbit" quando Thorin & Co. sono intorno al camino in casa Baggins ed iniziano a cantare, se poi il testo parte anche con "Over the mountains"... evvabbè... ad ogni modo, in questa sua particolarità, si fa ricordare

Inserito il 19 feb 2015 alle 09:34

album davvero bello, e ancora una volta sono con polimar, anche per me standing as one è una delle più belle, sicuramente una di quelle che ascolto di più singolarmente, quando non ho la posibilità di ascoltare l'album da cima a fondo

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