Copertina 8

Info

Anno di uscita:2014
Durata:50 min.
Etichetta:Witching Hour Productions
Distribuzione:Avantgarde Music

Tracklist

  1. FIRST DAY
  2. AFTERKINGDOM
  3. SUN
  4. NO LIGHT
  5. SECOND DAY
  6. SOIL
  7. WINTER'S BONE
  8. LAST DAY

Line up

  • M. : bass, vocals
  • A. : bass, guitars, noise
  • P. : noise

Voto medio utenti

Prima di assimilare “Earth Ground” ultimo lavoro dei polacchi THAW, sono necessari diversi ascolti perché può essere facile ricondurli come successori degli Altar Of Plague o anche dei Drudkh. I misteriosi Thaw , sono forse l’unico gruppo in grado di mantenere saldo il ponte che unisce il black metal di vecchio stampo alle sonorità post e noise sperimentali, con cuciture psichedeliche e claustrofobiche da brivido.

“Earth Ground” è un album prodotto dalla Witching Hour Productions, contiene otto tracce per un totale di quasi cinquanta minuti di ascolto. Diviso in tre parti, “First Day” , “Second Day” e “Last Day”. Lascia presagire l’ombra di un concept sofferto, importante e determinato da un viaggio interstellare tra montagne mozzafiato e antichi insediamenti sovietici, passando da Orava o Zakopane, fino ad arrivare a Cracovia. La desolazione e il silenzio quasi assordante di quei posti, rendono lo stile del sound ancora più devastante da smaltire. Un cammino tortuoso, cupo, a tratti psichedelico, con sfumature sludge struggenti quanto basta per ridestare animi assopiti da tempo . Questo è uno di quei rari casi in cui non è necessario fare tanti ragionamenti pindarici sulla composizione dei suoni. Rispetto al precedente full omonimo, la qualità e la predisposizione agli arrangiamenti orchestrali sono di gran lunga superiori.

I quattro polacchi reduci dal mondo dell’hardcore, hanno superato loro stessi, tendendo la mano al black metal con coraggio estremo e versando su di esso fiumi di rabbia e sonorità imprevedibili, rischiando anche la reazione di chi si approccia all’ascolto. Tuttavia si rimane impigliati e imbrigliati in un percorso emozionante e difficilissimo da classificare, ma che finalmente apre le porte ad un nuovo modo di fare black metal sperimentale, mantenendo comunque le radici delle origini.
Recensione a cura di Helena Kiske

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