"Eskapi" è un termine che indica una condizione di fuga dalla realtà: credo che il monicker scelto dal duo svedese sia perfetto per la sua musica.
Un suono depresso, triste, nero e disperato.
Un fottuto buco nero all'interno del quale sprofondare.
Nel quale crepare.
La casa discografica presenta la proposta dei nostri come un mix di depressive rock e black metal e se è vero che echi di metallo nero si possono ascoltare solo in alcuni momenti della assurda traccia finale, è altrettanto vero che qui ciò che regna sovrana ed incontrastata è la depressione.
I brani sono tutti inni al dolore.
Dolore nelle "delicate" note che uniscono rock malinconico, dark, trip hop, vaghe reminiscenze di
Lifelover e
Vanhelga e geniali intuizioni elettroniche.
Dolore in una interpretazione vocale che, al posto di cantare, si limita a narrare i testi come il più disperato dei rapper, senza nessuna ironia o gioia di vivere.
Eskapi è un progetto pericoloso.
Pericoloso perchè questa musica fa male, spaventa per la sua negatività e per il suo essere pura sofferenza.
Lacera l'anima con le sue melodie ed i suoi arpeggi.
E fate attenzione: non stiamo parlando di metal.
No, qui parliamo di pure e semplici sensazioni negative.
Parliamo di brani semplici, giocati su pochi pattern ritmici e su pacate melodie di chitarra o tastiera.
Parliamo solo ed esclusivamente, come già ricordato, di dolore.
Se siete depressi o angosciati NON ascoltate
"Välkommen Till (O)verkligheten", esordio degli
Eskapi.
Non fatelo.
Disco semplicemente meraviglioso.
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