A dispetto di un nome davvero... chetelodicoaffà, la Relapse ci lancia addosso questo quartetto californiano che, udite, udite, si è formato nel lontano 1992, per poi scomparire e tornare nei primi anni 2000 a martellare con il loro grind-death.
Fanno dannatamente sul serio questi ragazzi e confezionano il nuovo
Stranger (loro secondo parto, dopo ben otto anni dal debutto), che si rivela puro piacere per tutti gli amanti della carneficina sonora.
Lo dico subito, ci sono due donne in formazione, ma non storcete il naso, hanno più palle di tutti voi che leggete messi insieme. Vi sfido a ricondurre il potentissimo growl di
Marissa ad una fanciulla, impossibile.
Impossibile perché... in realtà è un uomo, o meglio, lo era. Insomma,
Marissa è il nome da trans di
Dan Martinez, questo omino
qui.
SBAM!Parliamo di una "signorina" che ha suonato la chitarra nei
Repulsion, mica pizza e fichi, e negli
Exhumed (anche se qui ci hanno suonato un po' tutti), conosce quindi il mestiere (e non siate maliziosi) ed è in grado di spaccarvi il collo a furia di farvi fare headbanging. L'altra miss, alla chitarra, risponde al nome di
Elizabeth Schall che, con un solido background thrash/black/death, unisce le proprie forze al sosia di
John Tardy dietro ai tamburi, prende lo spessore sonoro del basso di
Matt Widener (pure lui ex-
Exhumed) ed insieme costruiscono una macchina sonora devastante.
Allegorie a parte, i
Cretin ci sanno davvero fare e pescano a piene mani da
Napalm Death, Repulsion e
Terrorizer per proporci una mezz'ora abbondante di death metal imbastardito con blast-beat grind, musica veloce ma non solo. Nello spazio di 2/3 minuti (durata media delle canzoni) rallentano, fanno svitare la testa con parti in double bass (esemplari
Ghost of Teeth and Hair ,
Mister Frye, the Janitor Guy ,
How to Wreck Your Life in Three Days) o sparano veloci scariche di blast beat tipo
Honey and Venom e
Freakery, rimanendo concreti, sempre sul pezzo. Qualche canzone è un po' anonima ma non pesa, tempo un attimo ed è già terminata. Buonissimo il drumming, preciso, veloce e non troppo fantasioso; solida la prova delle chitarre che padroneggiano molto bene la materia con buoni riff. C'è giusto qualche incertezza sugli assoli, che sono un po' così, alla "come vengono, vengono", o alla "buona la prima", ma nello spirito del disco ci sta pure questo.
Ho messo in macchina questo
Stranger e mi sta dando belle soddisfazioni. Provate, provate pure.
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