Prendete i
Nuclear Assault, gli
Overkill e una spruzzata di
Testament, mescolate tutto per bene, e ciò che ne uscirà fuori sarà questo “Molotov”, album di esordio dei
Burning Nitrum, licenziato dalla sempre più attiva Punishment 18 Records. Detta così sicuramente la cosa non depone molto bene per la band barese, ma d’altra parte riflettiamoci un attimo su: chi di voi si aspetta qualcosa di originale da un gruppo che nella sua scheda di presentazione si definisce ‘100% Bay Area old school thrash metal’? Io no di certo, e come accaduto già decine di volte in passato, qui non si sta a giudicare l’originalità della proposta, quanto piuttosto la sua bontà. E se lo vediamo da questo punto di vista, “Molotov” è un disco decisamente interessante. Nel suo essere derivativo, infatti, riesce comunque a suonare fresco, ispirato, divertente, per certi versi anche imprevedibile, visto che i nostri ci sanno fare abbastanza e riescono a variare i brani quel tanto che basta perché non annoino. Se aggiungiamo una registrazione anch’essa fresca e al passo coi tempi, che però valorizza bene le chitarre dandogli un giusto tocco vintage, direi che i presupposti per un buon ascolto ci siano tutti. E se ancora non vi basta c’è da sottolineare l’ottimo lavoro svolto, ancora una volta, da [B]Ed Repka[B/], che grazie alle sue capacità regala alla band l’ennesima ottima copertina, semplice ma efficace.
Si parlava di Testament, e d’altra parte se date un ascolto ai bei riff e agli ottimi assoli presenti (dal gusto spiccatamente melodico), non potrete far altro che riconoscere i fantasmi di Peterson e Skolnick, così come innegabile è il fatto che il singer Davide Cillo giochi a scimmiottare lo stile di John Connelly dei Nuclear Assault, pur non avendone, però, è bene sottolinearlo, lo stile e il carisma. Ma, ripeto, tutto questo passa tranquillamente in secondo piano, perché l’album si fa ascoltare davvero con piacere, il lavoro svolto dai singoli è encomiabile (ottimi i giri di basso di Angelo Fiore, che riempiono alla perfezione quando serve farlo), e la maturità compositiva è già a un buon livello, prova ne sono alcuni episodi ai limiti del techno thrash che arricchiscono decisamente le composizioni. Certo se col passare del tempo i nostri riusciranno a scrollarsi di dosso qualche influenza di troppo la cose miglioreranno ulteriormente, ma trattandosi di un esordio direi che possiamo decisamente accontentarci.
Tra i brani presenti ci terrei a segnalare la thrashissima “Sparking splatter”, “High speed bangers” e la più complessa “Slave of lust”, l’esempio migliore di cosa riescono a combinare i nostri quando si impegnano, ma bisogna ammettere che l’album non ha cali di tensione, e si mantiene su un ottimo livello dalla prima all’ultima song. Cos’altro aggiungere? “Molotov” non cambierà di una virgola le sorti di un genere che ormai da decenni è più che definito, però rimpolpare le fila di sicuro può far solo bene, quando i grandi del passato inizieranno ad appendere gli strumenti al chiodo. Non so dire se i Burning Nitrum riusciranno ad affermarsi a livello internazionale, probabilmente no, anche se migliori di tante delle mille band che ogni giorno spuntano fuori, ma sicuramente riusciranno a dire la loro a livello nazionale, andando ad inserirsi nel sempre più ricco mosaico di thrash band nostrane.
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