Un mese ci ho messo per farmi un idea su questo disco, poi la cavolata la dico ugualmente, ma ora le idee sono chiare. Perché tanto sbatti per un disco di emeriti sconosciuti? Perché tutti valgono uno, la superficialità non mi piace.
Tornando a noi, il secondo disco di questi giovanissimi ragazzi del New Jersey, prende le distanze dal precedente
World Awakened e dal suo thrash metal banalotto, spingendosi verso qualcosa di buono, di molto buono, ma decisamente troppo. Mi spiego meglio. Con il nuovo
Resonate (anche questo autoprodotto, poi distribuito da Earsplit) i
Letallis mostrano doti compositive notevoli ma con evidenti problemi di sintesi. Il disco in questione spazia dal progressive/melodic death al metalcore, aggiunge poi chitarre acustiche ed un cantato che si muove tra lo sporco/urlato, il pulito (non proprio bello eh), il growl, lo scream. Tante cose che con un focus giusto portano ad ottimi risultati, ma con una durata di oltre 66 minuti e l'alternarsi di troppi stili, portano i
Letallis a perdersi come bambini al luna park. Così, ottime melodie e soluzioni altamente interessanti, vengono diluite in un mare di "evitabilità", tipo assoli di batteria (
Viridian) o momenti eccessivamente prolungati alla ricerca "di un progressive", scordandosi che non è l'alto minutaggio che rende una canzone progressiva. Probabilmente, il fatto che tutto sia stato composto e registrato da un'unica persona (il chitarrista
Jake Calonius), ha portato l'eccessiva personalità del musicista a spingersi troppo oltre, senza freni.
Venti minuti in meno e sarebbe stato un signor disco, invece,
Resonate rimane solamente un lavoro "bello ma".
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