Provenienti dalla regione della Turingia, fanno il loro esordio discografico, grazie alla Eisenwald Tonschmiede, i
Vivus Humare che rilasciano
"Einkehr", album di quello che il gruppo definisce
archaic black metal.
Siamo al cospetto di cinque brani in cui i nostri, dimostrando abilità compositiva, esplorano vari aspetti del metal estremo, dipingendo scenari violenti, misteriosi, melodici e mai scontati e riuscendo, per tanto, a confezionare un lavoro di ottimo valore.
Se è vero che i Vivus spesso gettano un occhio ai conterranei
Lunar Aurora, soprattutto quelli degli ultimi lavori, è altrettanto vero che dimostrano personalità nel dare alle loro composizioni un taglio epico particolarmente ispirato e certamente affascinante ed inglobando, anche, influenze provenienti dal mondo del depressive.
Quello che ho apprezzato maggiormente in
"Einkehr" è la varietà e la freschezza degli arrangiamenti, nonchè la scelta di suoni ed atmosfere che permettono, ascoltando con attenzione la musica, di viaggiare in terreni quasi mistici e lontani, senza dimenticare mai lo spirito devastante del vero black metal.
I
Vivus Humare, saggiamente, alternano arpeggi delicati, atmosfere ora malinconiche ora eteree a momenti in cui, al contrario, è il primigenio urlo del metallo nero ad ergersi protagonista: il risultato, sottolineato anche dall'alternarsi di scream rabbioso e voci pulite stentoree o declamatorie, è un album complesso e ricco di sfumature.
Un album, tra l'altro, suonato con perizia, prodotto con la dovuta attenzione ad ogni strumento e, soprattutto, un album ricco di ottime idee e di sapienti spunti melodici.
Se amate il black metal germanico, spesso molto personale come nel caso dei
Vivus Humare, vi consiglio di dare un ascolto a
"Einkehr" per scoprirne le intricate ed affascinanti trame sonore.
Come inizio non male davvero.
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