Dopo un paio di EP autoprodotti, gli inglesi
Ethereal fanno il grande passo rilasciando il loro debut album
"Opus Aethereum" per una etichetta importante come la Candlelight Records.
La band inglese è attiva dai primi anni 2000 e quindi siamo al cospetto di musicisti preparati e di certificata esperienza, come l'ottima qualità della registrazione ed una certa complessità in fase di composizione testimoniano ampiamente.
Purtroppo per loro, le cose positive per gli
Ethereal finiscono qui.
Il loro Symphonic Black Metal, certamente magniloquente e di grande impatto, risulta tuttavia essere scarsamente personale e, cosa peggiore, privo di spunti realmente interessanti.
Tutti i brani, che da copione del genere vedono l'alternarsi di micidiali partiture chitarristiche con tappeti di tastiere sempre ben in evidenza, si assomigliano pericolosamente dando la spiacevole sensazione di trovarsi di fronte ad un'unica, spossante composizione.
La sensazione che ho provato io, ascoltando l'album, è stata quella di essere al cospetto di una cover band degli
Anorexia Nervosa (ve li ricordate?) dotata, però, di molto meno talento.
"Opus Aethereum" è un disco certamente ben confezionato, anche dal punto di vista grafico, suonato benissimo e impreziosito, a mio parere, da un'ottima chitarra solista, tuttavia carente di momenti realmente intriganti e per questo, soprattutto in un genere iper-inflazionato come quello scelto dagli inglesi, destinato a cadere presto nell'oblio.
Per adesso, posso consigliare ai nostri lettori di dare un ascolto a questo gruppo solo se si vuole conoscere proprio tutto della declinazione sinfonica del metallo nero e, in caso contrario, di rivolgere le proprie attenzioni verso altri lidi.
Spero di risentire gli
Ethereal con qualcosa di più avvincente.
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