Agli americani
Dreadlords una cosa va riconosciuta senza dubbio: l'originalità.
"Death Angel", il loro debut album,
NON è un disco metal.
Eppure esso è un lavoro oscuro, sulfureo, direttamente a contatto con il diavolo.
Il terzetto, nella composizione dei brani dell'album, si è ricordato di un vecchio adagio: la musica del demonio è il Blues.
Fatta questa premessa, immaginate un mix di blues (appunto!), Americana, Nick Cave, Doors, Danzing, il tutto declinato secondo un'ottica dannata e disturbante, sottolineata dagli effetti noise/esoterici presenti nelle textures dei brani, ed una voce quasi sciamanica (qui il Re Lucertola è una influenza evidente) per avere una idea di questo album.
Non una proposta facile, dunque.
Ora, svolto il mio compito di scribacchino, passo alle considerazioni "serie".
Pronti?
Via.
Questa musica, credo, richieda un appropriato stato mentale per essere apprezzata, si ok, serve la
droga, senza il quale sarà facilissimo annoiarsi e smettere di ascoltare questi "rituali" per dedicarsi ad altro.
In giro per il web ho letto molte recensioni entusiastiche di
"Death Angel": due le considerazioni che mi vengono in mente.
1) Io non capisco un cazzo (probabile)
2) Questi sono raccomandati.
Ve lo dico con semplicità: la musica è una cosa seria e a me chi crede di essere "artista" mettendo due note in croce (capovolta) ed invocando l'abisso dell'inferno, tra l'altro millantando conoscenze della storia del rock, mi sta sulle palle.
Quindi, voi lettori statene alla larga e voi
Dreadlords trovatevi un lavoro (gli USA poi sono in pieno boom economico, dovrebbe essere semplice).
Addio.
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