Secondo il filosofo francese
Fabrice Hadjadj “
essere originale non è fare l'eccentrico. È volgersi verso l'origine e vivere nel suo zampillio sorgivo”.
Beh, se volessimo prender per buono l’assunto, la musica dei
Kjeld di originalità ne avrebbe da vendere!
In effetti, ciò che la band olandese si propone di fare altro non è se non trarre ispirazione dai numi tutelari del black metal scandinavo -non so a voi, ma a me quella lettera E posta nel mezzo del logo ricorda quella degli autori di
In the Nightside Eclipse-, assorbendone le nere vibrazioni e veicolandole attraverso una produzione di altissimo livello (opera di
M. Nienhuis e
J. Bonis, i quali avevano già compiuto un prodigio sonoro in occasione del debut dei loro
Dodecahedron), lyrics nell’idioma -piuttosto acre, come immaginerete- utilizzato in
Frisia (regione costiera posta tra la parte settentrionale dei
Paesi Bassi e l'estuario del fiume
Vidå, in prossimità del confine danese-tedesco) e tutti i capisaldi compositivi che i fan del genere conoscono a menadito.
Parlare di rielaborazione sarebbe eccessivo; semmai, pare più corretto utilizzare il termine riproposizione, evidenziando tuttavia la padronanza con cui il quintetto assembla e distribuisce parti tirate (in netta maggioranza), rallentamenti atmosferici, mid tempo dal sapore marziale e momenti di tetra solennità.
Ne esce un lotto di brani intensi, cattivi, selvaggi ma mai confusionari o sconclusionati, pregio raro per una band all’esordio discografico (per quanto il gruppo esista ormai da oltre dieci anni ormai e alcuni membri militino in altre compagini estreme come
Tarnkappe,
Salacious Gods e
Lugubre).
Il livello medio è più che discreto, con picchi qualitativi che rispondono al nome di
Gerlofs Donia, dal feeling deliziosamente apocalittico non lontano da certo DSBM,
Ús Grûn, dotata di un efficacissimo groove militaresco, e
Stoarm, la più elaborata e ambiziosa dell'intera tracklist.
No, checché ne dica il buon
Fabrice l’originalità non alberga in
Skym; ciò che troverete in questi solchi è “solo” sano, gelido, graffiante black metal come si faceva una volta.
E come, mi auguro, si continuerà a fare sino alla fine dei tempi.
Amen.