Classificare il sound dei
Raunchy è compito assai arduo. Un modern metal con pennellate di -core e influssi provenienti dal death misto con l'elettronica. Se vi sembra una descrizione complicata è sufficiente inserire questo
"Vices.Virtues.Visions" per accorgervi di quanto qualsiasi classificazione sia sterile quando si parla di questa band danese. Una carriera invidiabile, iniziata nel 1992 nel tempo in cui Jesper Tilsted, Jesper Kvist, e Morten Toft Hansen si dilettavano a riprodurre canzoni di Metallica e Slayer aspettando il 1995 per il primo demo di inediti. Nel 2002 i
Raunchy sono la prima band danese a firmare con Nuclear Blast, contratto che porta a rilasciare il debut
"Velvet Noise" in Europa (precedentemente commercializzato in Scandinavia sotto Mighty Music). A questo seguono
"Confusion Bay",
"Death Pop Romance" (che vede la band spostarsi sotto Lifeforce Records),
"Wasteland Discotheque" e
"A Discord Electric". Queste release vedono anche diversi cambi di line-up, sino ad arrivare al presente
"Vices.Virtues.Visions", prima opera per Massacre Records.
Il termine modern adoperato in precedenza può essere considerato relativo se paragonato ai
Raunchy, poiché il genere proposto dalla band danese è da considersi moderno per adesso, ma avanguardista per qualche anno fa. La proposta del gruppo non è la classica, ristagnante, solita riproposizione del medesimo sound ad ogni release, più che altro i
Raunchy possono essere classificati come una formazione dinamica, che sguazza nella contaminazione di genere senza pregiudizi. È un peccato che la band non si sia guadagnata lo spazio che le compete in ambito metal perché gli ingredienti ci sono tutti e, a discapito dei pochi dischi pubblicati (sei in più di vent'anni, parametro comunque di poco conto), l'originalità non è sicuramente quello che manca. Fattore quest'ultimo che risalta anche in
"Vices.Virtues.Visions", album vario ed interessante.
Sessantatre minuti per undici tracce, la cui opener è
"Eyes Of A Storm", traccia senza dubbio radio-oriented, dal sound moderno, al limite del metallo commerciale ma con dei momenti che cedono verso il metalcore odierno.
"Truth Taker", secondo brano del disco, è più diretto rispetto al precedente, con un riffing possente e quegli elementi che ricordano band alternative; anche stavolta il chorus si orienta verso il commerciale e l'orecchiabile, caratteristica peculiare dei
Raunchy.
"Digital Dreamer" e
"Never Enough" si attestano al livello delle precedenti, con quest'ultima che affonda nel metalcore più puro.
"The Castaway Crown" si stacca leggermente, con un sound che si avvicina maggiormente all'elettronica, in un modern metal di buona fattura e contrassegnato sempre dall'orecchiabilità del chorus.
"Anesthesia Throne" è una delle tracce più varie dell'album, passando dalla melodia iniziale al pseudothrash del resto del pezzo combinato alla solita attitudine commerciale del ritornello, mentre
"Luxuria" si ricollega al filone primario di
"Vices.Virtues.Visions". La furiosa
"I, Avarice", la tagliente
"Frozen Earth", la scatenata
"Clarity" e la closer
"The Singularity Heart" portano a compimento il disco.
"Vices.Virtues.Visions" conferma la capacità dei
Raunchy di creare musica non scontata e soprattutto release non noiose. Se siete fans del metal classico e quadrato questo disco non fa per voi, se invece guardate più al moderno e alle contaminazioni troverete pane per i vostri denti!
"Truth Taker"
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