Bella prova per gli
Alpha Tiger che con il loro terzo album sembrano aver trovato la
giusta quadra per la propria proposta musicale, rispettando le aspettative che erano seguite all'uscita del loro secondo lavoro, il già più che discreto "Beneath the Surface".
Ad essere onesti però non è che "iDentity" si sia presentato bene - no, non l'artwork: quello non è niente male - ma la prima traccia che incrociamo è il tema dell'Eurovisione (il "Te Deum" di Marc-Antoine Charpentier) che sembra proprio buttato lì per caso. Nemmeno il tempo di lamentarsi che irrompe dagli speakers l'ottantiana "Lady Liberty" raggiunta subito dopo da una "Scripted Reality" in forte odore di Queensryche (avete presente brani come "The Needle Lies"?). Un pezzo come "Long Way of Redemption" ha poi il suo punto di forza nella versatilità, un gustoso blend di energia e belle melodie che mette in evidenza la prova di uno Stephan Dietrich in grande spolvero, e che non manca l'appuntamento per confermare le belle parole spese per lui in passato e - soprattutto - ora a caccia di nuove lodi. Tutte meritate. E la titletrack è uno degli episodi maggiormente indicati per ribadirlo, una bella pulsione ritmica, chitarre maideniane (era "Somewhere in Time", direi) ed Heavy Metal a tutto spiano. Non convincono invece gli incroci vocali che si rincorrono sull'ammiccante "We Won't Take It Anymore", che in alcuni casi risultano vagamente
catchy & modern wannabe e all'apparenza assai poco spontanei. Molto meglio la successiva "Revolution in Progress" dove è la coppia Alexander Backasch e Peter Langforth a lasciare il segno, quindi come spesso mi capita di rilevare in questi casi, la melodica "Closer than Yesterday" (una power ballad che ricorda gli Edguy) scorre via senza
colpo ferire, ma forse sono solo io ad essere mal disposto verso questo tipo di canzoni, e mi sento molto a più agio con la botta di energia che arriva dall'urgente "Shut Up & Think" e poi anche dalla più ragionata "This World Will Burn", che mette la parola fine alle ostilità.
Su "iDentity" incappiamo in un paio di episodi deboli, ma resta pur sempre un album ben al di sopra della media, così come la band che lo ha realizzato, per quanto prima di promuoverli a pieni voti aspetterei di vedere come se la cavano dal vivo, per quanto abbia la netta sensazione che gli Alpha Tiger siano in grado di superare con scioltezza anche questa prova.
You want it all, but you can't
read it
It's in your face, but you can't
read it
What is it? It's it
What is it? ... it's the
review
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