Tre anni dopo l'eccezionale
"To The End" ecco tornare i tedeschi
Orden Ogan, capitanati dal carismatico frontman
Sebastian "Seeb" Levermann, con un nuovo full-length all'insegna del power-epic-folk metal. Inutile negare che la passata release è stata probabilmente una delle migliori nel genere degli ultimi dieci anni, con pezzi come
"The Things We Believe In" e
"Land Of The Dead" che sono entrati nel cuore degli amanti del power metal teutonico.
Le caratteristiche che hanno reso immortale
"To The End" sono presenti anche in questa nuova fatica discografica; un approccio chiaramente power che si intreccia con toni epici e melodie folkeggianti, il tutto arricchito dalla grande tecnica posseduta della formazione teutonica e da chorus orecchiabili ed antemici.
"Ravenhead" è collegato a stretto giro con le precedenti uscite, a partire dalla inquietante presenza della mascotte degli Orden Ogan, Alister Vale, il losco figuro che troneggiava negli artwork di
"Vale",
"Easton Hope" e
"To The End", colui che accompagna gli integerrimi metallers tedeschi sin dalla fondazione.
Il legame con gli altri album non si esaurisce di certo qui. Il gruppo ha difatti voluto iniziare questo disco intitolando la solenne intro con il proprio monicker:
"Orden Ogan". Si passa poi alla possente title-track, fondamento di questo concept che narra del luogo dove è nato l'
Ordine della Paura (tedesco
orden "paura", antico celtico
ogan "paura" / "terrore"). L'idea della band è quella di parlare del posto in cui è nato il suddetto
Ordine, una sinistra abbazia situata su una collina ai cui piedi v'è un lago dove accadono eventi sinistri. Musicalmente la traccia è in puro stile
Orden Ogan: veloce, maestosa, sapientemente orchestrata, con un chorus memorabile. Il terzo brano
"F.E.V.E.R.", da cui è stato prodotto il primo video dell'album, è un altro pezzo inaugurato da cori imponenti e sviluppato in maniera poderosa con una sezione ritmica in questo caso eccezionale.
"The Lake" è inizialmente più cadenzata rispetto alle precedenti, con accelerazioni improvvise che si intrecciano con linee melodiche accattivanti.
"Evil Lies In Every Man" vede il folk entrare nel sound di
"Ravenhead" con eleganti melodie e un ritornello dal sapore antemico. Durissimo il riff d'apertura di
"Here At The End Of The World", che lascia poi spazio ad una traccia affascinante con protagonista l'eccellente chorus e gli assoli al fulmicotone degli axeman.
"A Reason To Give" ci porta in un regno pseudo-medievale creato dagli Orden Ogan; una delle migliori tracce di
"Ravenhead", imponente, malinconica e con un gran testo.
"Deaf Among The Blind" torna a picchiare duro, continuando a mantenere invariate le peculiarità del sound della band tedesca,
"Sorrow Is Your Tale" è invece dotata di una melodia che i fans seguiranno con le loro voci alle date live del tour e vede pure la partecipazione di Joacim Cans degli Hammerfall.
"In Grief And Chains" è una strumentale che scorta alla conclusiva
"Too Soon", una outro suggestiva che porta
"Ravenhead" verso il silenzio.
Gli
Orden Ogan hanno prodotto un nuovo disco che rispetta appieno la tradizione stilistica del gruppo, un ulteriore capitolo di una saga che non smette mai di affascinare.
Video di "F.E.V.E.R."
Lyric Video di "Ravenhead"