Una doom-band del Nord Carolina impallinata di mitologia greca. Può succedere anche questo, ed il risultato è tutt’altro che disprezzabile.
I
Däng scelgono uno stile più elegante della media nel settore, perfino con qualche tocco metal-prog (Salmoneus). Pulizia strumentale, riff hard rock e ritmiche alla Candlemass, assoli tecnici e voce forse un poco anonima. Queste le caratteristiche che emergono dai sette lunghi brani che compongono l’album. Altro nome da accostare ai Däng, quello dei Trouble di “The Skull” e “Psalm 9”, per l’approccio lirico e l’atmosfera misticheggiante.
Gli americani si esprimono al meglio in brani estesi e articolati, dai toni solenni di tempra metallica, vedi “Ixion” e “Tityos”.
Nel complesso il disco regge dall’inizio alla fine, mantenendosi sulle stesse coordinate stilistiche.
Un buon ascolto di classic doom.
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